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L'inchiesta
17 Dicembre 2025 - 08:11
Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri
NAPOLI. È un’indagine su “reati odiosi”, ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, «commessi sugli anziani da gente che ha abusato della fragilità di persone malate o che vivono grandi difficoltà. Presunti innocenti che via telefono, fingendosi carabinieri, a conoscenza dei nomi dei figli e dei nipoti, prospettavano arresti, incidenti, denunce e cauzioni per evitare il carcere».
Ai truffatori gli anziani consegnavano soldi e gioielli, ha detto ancora Gratteri «anche 8-9mila euro». Per il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli «questi reati sono come una sorta di stupro ai danni degli anziani».
Erano «persone comuni, che però avevano una spiccata capacità di interpretare l’umore delle vittime, sfruttando ogni piccolo particolare, soprattutto il telefonista».
Il tenente colonnello Marco Alesi, comandante del reparto operativo di Genova, traccia così l’identikit del truffatore di anziani componente dell’organizzazione sgominata dal nucleo investigativo con a capo il maggiore Martino Della Corte.
Gli autori delle truffe sono «persone normalissime», sostiene Alesi, «ma sono particolarmente efficaci ed é come se facessero dei trial». Ogni piccolo particolare che la vittima rivelava per telefono era immediatamente utilizzato e quindi dicendo «suo figlio ha avuto un incidente», la vittima rispondeva dando un nome.
Subito l’indagato carpiva questo nome e lo utilizzava a sfavore della vittima, aumentando sempre di più la pressione psicologica. La banda aveva a disposizione anche due orefici, che valutavano e smontavano i gioielli sottratti agli anziani per riciclarli.
Uno dei due è titolare di una gioielleria a Spaccanapoli mentre l’altro gestisce un laboratorio abusivo nel Borgo Orefici, sequestrato. Parte dei proventi delle truffe sono stati riciclati per acquistare un immobile a Poggioreale, in via della Stadera, e in un’agenzia di scommesse nel quartiere San Giuseppe, dunque nel cuore del centro storico di Napoli.
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