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Agguati, “stese” e irruzioni armate: un anno di guerra

I contrasti alla Sanità tra i Sequino-Savarese-Pirozzi e i Vastarella

Agguati, “stese” e irruzioni armate: un anno di guerra

NAPOLI. Due irruzioni armate in un bar gestito da un parente, incensurato, dei Vastarella. E poi un omicidio, cinque ferimenti e diverse “stese”. La guerra tra il clan con base alle Fontanelle della Sanità e i Sequino, alleatisi con i Savarese e i Pirozzi, è densa di episodi gravi: ben 11 tra marzo 2024 e giugno 2025. Tutti ricostruiti dai carabinieri del Nucleo investigativo dei carabinieri di Napoli (che dipende dal Reparto territoriale agli ordini dal tenente colonnello Bagarolo) nell’indagine coordinata dalla Dda (pm Sepe, Carrano e Mozzillo della Procura di Napoli guidata dal procuratore Nicola Gratteri) e culminata in otto arresti giovedì scorso.

In contemporanea all’esecuzione delle misure cautelari è stato rimosso l’altarino dedicato a Emanuele Tufano, 15enne ucciso dal fuoco amico durante un conflitto armato con giovani del quartiere Mercato legati ai Mazzarella. La ripresa della guerra tra i Sequino e i Vastarella, storicamente nemici di camorra, è scoppiata con la scarcerazione di personaggi di peso sull’uno e sull’altro fronte. Il 17 marzo 2024 si verificò il primo episodio grave: un’intimidazione armata di diverse persone che fecero irruzione in un bar alle Fontanelle, base dei Vastarella, minacciando i titolari e i clienti in quel momento nel locale. Il 4 aprile successivo ci fu il bis, quando gli assalitori addirittura dissero al personale che avrebbe dovuto chiudere l’attività. La risposta del clan non si fece attendere troppo, il 20 giugno 2024.

Quando due pistoleri ferirono lievemente Alexandr Babalyan, vicino ai Sequino e presunto esecutore materiale dell’omicidio di Emanuele Durante, organizzato dal gruppo di via Santa Maria Antesaecula per vendicare la morte di Emanuele Durante. Babalyan è anche uno degli 8 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli per il possesso di armi aggravato da finalità mafioso. Un altro grave episodio riconducibile alla guerra della Sanità è il tentato omicidio di Simone Quagliarella, il 20 febbraio 2025. Il ferito, ritenuto vicino ai La Salvia, fu trasportato al pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini presumibilmente da alcuni amici e gli investigatori scoprirono che l’agguato era stato compiuto nei vicoli del Rione Sanità.

Una telecamera investigativa, come un “grande fratello” anticamorra, ha filmato giorno e notte i componenti più attivi dei Sequino-Savarese-Pirozzi del Rione Sanità, gruppo malavitoso protagonista del conflitto a fuoco in cui a ottobre 2024 perse la vita il 15enne Emanuele Tufano. In otto sono stati ripresi mentre giravano o stazionavano armati nella zona dei Gradini San Nicandro con l’intento di marcare il territorio e dare dimostrazione di forza agli abitanti della zona nonché ai nemici di malavita, i Vastarella delle Fontanelle, con cui si sono verificati numerosi “botta e risposta” nell’ultimo anno. Ma gli episodi contestati nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dai carabinieri a carico degli indagati, riguardano soltanto il possesso delle pistole e non gli agguati.

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