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scandalo al vomero
21 Dicembre 2025 - 09:28
NAPOLI. Un’ondata di sdegno e profonda commozione sta attraversando il quartiere collinare del Vomero, a seguito della recente e definitiva scomparsa della storica Cappella della Mater Dolorosissima. L'edificio sacro, che per lunghissimi anni è rimasto custodito all'interno del complesso dell'ex Istituto Notre Dame in via Palizzi, è stato letteralmente cancellato a causa di un radicale cambio di destinazione d'uso dell'intero immobile.
Questa perdita non rappresenta soltanto la rimozione di una struttura muraria, ma costituisce una ferita aperta nel tessuto sociale e religioso della Campania, scatenando proteste veementi da parte dei residenti che vedono svanire un pezzo fondamentale della propria memoria collettiva, legata indissolubilmente a generazioni di fedeli e studenti. A sollevare con forza il caso è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari e già presidente della Circoscrizione Vomero, il quale ha espresso parole di durissima condanna per quanto accaduto.
Egli ricorda con rammarico come la cappella, dedicata alla Madonna Addolorata, non fosse un semplice locale accessorio, ma un vero e proprio fulcro spirituale associato alla prestigiosa attività educativa dell’istituto scolastico Notre Dame. Per decenni, quel piccolo tempio ha offerto rifugio e momenti di raccoglimento a migliaia di persone, mantenendo vivo un culto, quello della Mater Dolorosissima, che affonda le sue radici storiche in tradizioni antichissime risalenti addirittura al XIII secolo e legate all'ordine dei Servi di Maria.
La denuncia, che ha rapidamente fatto il giro del web e dei principali canali social di Napoli, mette in luce un paradosso architettonico e culturale che molti cittadini faticano ad accettare. Al posto dell'altare e degli spazi dedicati alla preghiera, è stata infatti prevista la realizzazione di un garage ad uso privato, destinato a servire gli appartamenti dell'immobile sovrastante. Questa trasformazione da luogo di culto a rimessa per automobili è avvenuta, secondo le denunce, senza tenere minimamente in conto l'inestimabile valore storico, documentale e soprattutto affettivo che la cappella rivestiva per la comunità del Vomero.
Moltissime persone, che per una vita intera hanno frequentato quel luogo, si sentono oggi tradite da una logica edilizia che sembra aver privilegiato l'interesse privato a scapito della tutela del patrimonio cittadino. Nonostante la gravità della situazione, la mobilitazione civile non sembra per ora aver trovato sponde istituzionali solide. Capodanno ha puntualizzato come siano stati numerosi e pressanti gli appelli indirizzati agli organi competenti, tra cui la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Napoli, l'amministrazione comunale e la stessa Curia Arcivescovile.
Le richieste erano chiare: ottenere la massima trasparenza sulle autorizzazioni concesse per l'abbattimento e verificare se fossero state rispettate tutte le normative a tutela dei beni di interesse storico e religioso della Campania. Tuttavia, con amara constatazione, il portavoce del Comitato ha sottolineato che, fino a questo momento, queste sollecitazioni sono rimaste prive di una risposta concreta o di un intervento risolutivo, lasciando i cittadini in una condizione di totale inermità di fronte alla scomparsa di un simbolo del proprio territorio.
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