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16 Luglio 2015 - 16:19
Scavi Pompei, accuse dei sindacati alla Soprintendenza: discrimina i dipendenti e anziché farli lavorare assume mediante 'Ales', che ci costa il 45% in più
POMPEI. Danzare negli Scavi di Pompei è "il sogno" di Roberto Bolle che si prepara a realizzarlo con i suoi "friends", ballerini delle compagnie di balletto più importanti del mondo, il 25 sera. Ma i sindacati potrebbero rovinare la festa. Sono state annunciate, infatti, due assemblee sindacali da parte di Cisl, Flp e Unsa che paralizzeranno il sito archeologico la mattina del 24 luglio (dalle ore 9 alle 11) e la sera del sabato (dalle ore 20 alle 22) proprio in concomitanza con l’apertura degli Scavi al pubblico di Bolle.
I sindacati accusano la Soprintendenza di "non risolvere i problemi più volte denunciati" e per le assunzioni affidate all’Ales, che rivelerebbe un "comportamento antisindacale e discriminatorio dell’amministrazione nei confronti dei lavoratori".
Antonio Pepe della Cisl, Nicola Mascolo di Flp e Giuseppe Visciano dell’Unsa chiedono che vadano "definiti l’organizzazione del lavoro e l’organico della Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia" .
E spiegano: "ll nostro obiettivo principale è proprio quello di evitare che nel futuro si possano chiudere i siti archeologici perché manca un custode", riferendosi a quanto è accaduto agli Scavi di Ercolano.
"Con un’organizzazione del lavoro efficace, e che avesse tenuto conto anche delle richieste avanzate da parte di alcuni dipendenti di essere utilizzati in compiti di vigilanza- aggiungono i sindacalisti - tutto questo non sarebbe accaduto e gli Scavi di Ercolano non si sarebbero chiusi, con tanto clamore da parte della stampa nazionale ed estera", chiedendo all’amministrazione di "applicare la flessibilità tra profili professionali", così come stabilito dal "contratto nazionale di lavoro, considerando che molti dipendenti si erano resi disponibili a questo scopo.
Cisl, Flp e Unsa accusano quindi l’Amministrazione di voler risolvere la carenza di personale mediante le assunzioni effettuate da ‘’Ales, la società in house del Mibact", e aggiungono che, invece, con "una definizione dell’organico reale si potrebbero indire regolari concorsi pubblici con un evidente risparmio di spesa (gli addetti Ales ci costano il 40% in più)".
"Nell’immediato - concludono i sindacati - il problema potrebbe essere tamponato con una razionalizzazione del personale attualmente in servizio, da effettuarsi appunto con una seria organizzazione del lavoro".
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