Tutte le novità
Le intercettazioni
22 Dicembre 2025 - 08:19
Clan Amato-Pagano, indagini sui volti nuovi. Nei riquadri a sinistra Luigi De Blasio e a destra Ciro Diano
NAPOLI. Sono quattro i volti nuovi degli Amato-Pagano secondo la Dda, che ha chiesto e ottenuto dal gip la misura cautelare per 11 persone eseguita giovedì scorso dalla Dia, i cui investigatori del Centro di Napoli hanno condotto le indagini. Infatti per Giulia Barra, Luigi De Blasio, Ciro Diano e Gennaro Vastarelli le manette sono scattate per 416bis, ferma restando la presunzione d’innocenza fino all’eventuale condanna definitiva.
In particolare la donna avrebbe rivestito un ruolo importante nella “fabbrica”, come in un’intercettazione due indagati definivano il clan. Non per paura di essere scoperti, visto che parlavano di affari illeciti, ma come modo di dire.
In un’occasione gli interlocutori facevano riferimento a una frase pronunciata, a loro dire, dal compagno di Debora Amato, reggente dell’organizzazione secondo gli inquirenti dal 2021: «Sono il marito ora, quindi la fabbrica è anche mia».
Il matrimonio si è celebrato nel 2024, ma la coppia non è indagata nell’inchiesta culminata nell’ultimo blitz. Secondo l’accusa Giulia Barra aveva il compito di distribuire le “mesate” agli affiliati liberi e alle famiglie dei detenuti, oltre che di portare le “imbasciate” dagli esponenti del clan ai vertici , con un ruolo pure di “reimpiego e riciclaggio”.
L’ipotesi di accusa per Luigi De Blasio riguarda “il controllo del territorio” e la comunicazione all’interno del clan. Mentre Gennaro Vastarelli e Ciro Diano si sarebbero occupati di supporto alle attività di spaccio nelle piazze di droga di Scampia. Il provvedimento restrittivo trae origine dalle indagini svolte dal Centro operativo Dia di Napoli, guidato dal dirigente Antonio Galante.
L’operazione è la prosecuzione delle investigazioni culminate negli arresto di ben 53 presunti affiliati, il 17 dicembre 2024. In quell’inchiesta veniva ricostruito, tra l’altro, l’organigramma dell’intera organizzazione criminale a partire dai vertici, ritenuti individuabili nei discendenti in linea diretta dei fondatori del gruppo, Raffaele Amato “’a vecchierella” e Cesare Pagano, entrambi attualmente detenuti in regime di 41bis.
Con l’ultimo provvedimento restrittivo è stata ulteriormente confermata l’operatività del clan Amato-Pagano, le cui roccaforti stanno a Melito e Mugnano, e la sua capillare organizzazione sul territorio con assegnazione di ruoli ben definiti ad ogni sodale. Nonché a persone che, quand’anche non stabilmente inseriti nella compagine criminale, fornivano un sistematico e concreto contributo al gruppo come “concorrenti esterni”.
In particolare le indagini facevano emergere l’elargizione delle “mesate” ai prossimi congiunti (quasi sempre alle mogli) degli affiliati detenuti del clan, in misura direttamente proporzionale al ruolo da questi rivestito nell’organizzazione.
È emersa, inoltre, la necessità degli affiliati al clan di trovare luoghi ”sicuri” dove potersi riunire. In tale contesto sono stati acquisiti indizi di colpevolezza in ordine alla posizione di due coniugi che avrebbero messo a disposizione la loro abitazione al centro di Melito di Napoli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo