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Il bilancio
22 Dicembre 2025 - 10:58
Il Comando provinciale Carabinieri di Napoli presenta oggi il bilancio dell'attività svolta nel 2025, un anno segnato da un'intensa azione di contrasto alla criminalità e da un impegno continuo per il ripristino della legalità e la tutela del territorio. Nel corso dei dodici mesi appena trascorsi, i reparti del Comando guidato dal generale Biagio Storniolo hanno arrestato 3495 persone e ne hanno denunciate 13295: sono 21 i latitanti catturati, molti di questi nell'elenco ministeriale e rintracciati all'estero, l'ultimo ieri.
Identificate 424286 persone durante i controlli in strada, 233511 i veicoli ispezionati. Tra Cyber Investigations, truffe e reati di genere, la centrale operativa del 112 riceve in media oltre 3200 chiamate nell'arco delle 24 ore. Sul versante della lotta al traffico di droga, centinaia gli arresti e diverse tonnellate di stupefacenti sequestrate.
Importanti anche i numeri relativi alle armi. Nel corso del 2025 (con dati aggiornati al 1° dicembre), i carabinieri hanno sequestrato 189 armi da fuoco, 141 da taglio e 374 armi improprie (nunchaku, mazze, tirapugni). Massima attenzione alla sicurezza stradale: 5620 veicoli sono stati posti sotto sequestro, 3303 fermati amministrativamente, 25880 le contravvenzioni.
Oltre 21 milioni di euro il totale delle sanzioni comminate per violazioni al Codice della Strada, di cui 4591 per guida senza assicurazione, 3372 per guida senza patente e 4719 per guida senza revisione. Sul fronte ''Terra dei fuochi'', il Comando provinciale è impegnato in prima linea nei servizi di prevenzione e contrasto ai reati ambientali, al fianco delle altre Forze di Polizia, dell'Esercito Italiano e della Polizia Metropolitana di Napoli.
Un'attività espletata sotto il raccordo info-operativo dei Carabinieri Forestali, assicurato attraverso la ''Control Room'' istituita presso il Comando Regione Carabinieri Forestale ''Campania'' e la direzione generale di coordinamento svolta dal Prefetto.
«La lotta alle mafie non sia fatta solo di grandi numeri, ma di indagini lunghe, complesse, che richiedono tempo, metodo e una profonda conoscenza del territorio. È un lavoro di squadra che colpisce i clan nei loro assetti, nelle loro economie e nei loro equilibri». A sottolinearlo è il Generale Biagio Storniolo, comandante provinciale dei carabinieri di Napoli.
Un capitolo centrale dell'attività del 2025 è stato il contrasto alla criminalità organizzata. Nel corso dell'anno, i Carabinieri del Comando provinciale di Napoli, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno condotto numerose operazioni di rilievo.
Tra le più importanti, nella nottata del 2 dicembre, l'esecuzione di un'ordinanza cautelare nei confronti di 21 soggetti, ritenuti gravemente indiziati - a vario titolo - di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione ed evasione, aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose. L'operazione ha documentato la perdurante operatività del clan Licciardi, storico sodalizio dell'''Alleanza di Secondigliano''.
Il 17 novembre, un'altra vasta operazione ha interessato i territori di Nola, Cicciano e Casamarciano, con il presunto condizionamento delle competizioni elettorali amministrative.
Il 29 luglio, a Caivano, un'operazione ha colpito lo storico clan Ciccarelli, mentre il 25 giugno a Ponticelli, Carabinieri e Polizia Locale hanno eseguito sequestri e sgomberi di immobili comunali occupati abusivamente e trasformati in una vera e propria roccaforte del clan De Martino, con l'impiego di oltre 200 operatori.
Nel corso dell'anno sono state smantellate organizzazioni camorristiche attive nei quartieri occidentali di Napoli, come i clan Troncone e Frizziero, coinvolti in traffico di droga, estorsioni, contrabbando e nel controllo di attività illecite come parcheggiatori abusivi e ormeggi, nonché il sistema di ''delivery della droga'' sviluppato tra l'agro nolano, Napoli, Avellino e Palermo.
«Colpire la criminalità organizzata - conclude il Generale Storniolo - significa restituire spazi di libertà ai cittadini onesti, indebolire il controllo mafioso sull'economia e riaffermare la presenza concreta dello Stato. È una battaglia che non si ferma e che continuerà anche nel 2026 con la stessa determinazione».
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