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CUBA
25 Dicembre 2025 - 13:02
L'Avana
L’AVANA. E' un Natale senza luci quello di Cuba, dove l’erogazione dell’energia elettrica è ridotta a poche ore al giorno e le strade sono immerse nel buio.
Niente luminarie e abbellimenti per la comunità cattolica, l’isola sta affrontando il periodo economico più nero dall’inizio del regime comunista adesso guidato da Miguel Dìaz-Canel.
“Dalle 12 di martedì alle 15 di ieri - dice al ROMA Cristina, che vive nel quartiere di La Habana Vieja - a casa abbiamo avuto 6 ore di energia elettrica”.
E il buio favorisce il diffondersi di una criminalità sempre più aggressiva. “Non si riesce a vedere la propria mano – dice Cristina – e per strada spuntano ragazzi e adulti sdraiati a terra sotto l’effetto delle droghe, il loro modo per evadere da una realtà insopportabile”.

La chiamano El químico. E’ una miscela artigianale fatta con medicinali per animali e ansiolitici, oppure solventi industriali e cannabinoidi sintetici e provoca una forte alterazione mentale. “Ho visto un uomo sotto effetto della droga rimasto immobile per strada nella posizione accovacciata di un velocista in partenza”, racconta Cristina.
Il blocco contro i narcotrafficanti venezuelani deciso da Trump, che sta prendendo di mira anche le petroliere, ha accentuato la crisi energetica.
“Cuba – dice una fonte locale che chiede di non essere citata - ha un consumo di 60mila barili di petrolio al giorno. 30mila arrivavano dal Venezuela e non ci sono più, il resto da Russia e Messico. Stanno utilizzando petrolio estratto localmente, ma è di pessima qualità e provoca danni alle centrali idroelettriche che sono obsolete, i blackout derivano soprattutto da questo”.
Le file per la benzina - per chi può permettersela pagando in dollari - possono durare anche 30 ore e sono regolate tramite una app. Ogni tre mesi, bisogna rinnovare l’iscrizione alla app, che è a pagamento.
L’energia elettrica continua a non essere razionata nei grandi alberghi, ma i turisti ormai sono pochi, impauriti, oltre che dalla carestia, dalle epidemie di Chikungunya (decine di migliaia i colpiti in tutta l’isola) portato dalla zanzara Aedes aegypti, che provoca febbre alta, dolori articolari e una fiacchezza che può durare mesi, e nei casi più gravi la morte. La puntura della stessa zanzara diffonde anche il Dengue, malattia virale endemica nei Paesi latinoamericani, che ha sintomi simili e porta rapidamente alla morte se non viene curata in tempo.
Gli ospedali sono pieni e non hanno medicinali, garze, disinfettanti. Lenzuola e sapone vanno portati da casa dai degenti.
I repellenti anti-zanzare non si trovano sull’isola e vanno ordinati negli Stati Uniti a prezzi proibitivi. Il governo ha fissato il cambio tra il peso cubano (CUP) e il dollaro 1 a 24, ma a quel prezzo non si trovano né dollari né euro. Le risorse in valute scarseggiano e il Governo compra dollari ed euro al mercato nero a 1 a 440 e 1 a 480.
Il sito web di Miamiwww.eltoque.compubblica le quotazioni reali aggiornate per valute e criptomonete. Secondo il quotidiano del partito comunista cubano Granma, il solo quotidiano dell’isola, El Toque sarebbe “uno strumento controrivoluzionario finanziato dal Dipartimento di Stato USA”. Ma le quotazioni sono reali sull’unico mercato che esiste davvero, quello nero, e lo stato dell’economia reale cubana si vede per le strade dell’Avana, con i residenti che chiedono cibo, le truffe che si moltiplicano ai danni degli stranieri, e la rabbia sociale che cresce".
Le proteste ci sono, ma il regime di Diaz Canel è ancora in grado di bloccarle?
“Hanno investito nella repressione – spiega Cristina – ci sono molti informatori del regime, infiltrati, e quando si scende in strada le boinas negras (baschi neri) del Ministero dell’ Interno sono rapidissimi a intervenire. Bloccano subito Internet, in modo che la notizia della protesta non circoli”.
Ma il regime può resistere con la repressione?
“Se in Venezuela cade Maduro, per il regime si mette male, malissimo. Dopo Maduro, cade Diaz-Canel”.
E’ la vostra speranza per il 2026?
"Sì".
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