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Il caso

Agguato a calciatore, fermati due minori

Gli investigatori ipotizzano una vendetta per una lite pregressa. Un 15enne: sono io l’accoltellatore

Agguato a calciatore, fermati due minori

Bruno Petrone, il calciatore ferito

NAPOLI. Venerdì ha deciso di uscire all’ultimo momento Bruno Petrone, il 18enne calciatore dilettante ferito gravemente nella notte per motivi ancora oscuri. Non si sentiva in forma e stava per rinunciare alla serata, poi gli amici lo avevano convinto.

Dopo aver trascorso una serata con due di essi, mentre camminava in via Bisignano è stato preso di mira da 5 giovani in sella a due scooter, uno dei quali lo ha colpito con un coltello all’addome e al fianco sinistro.

Era l’una e un quarto e gli investigatori propendono per una storia di movida, forse una vendetta per un litigio pregresso come in altre tristi circostanze è successo a Napoli.

Ma il movente l’hanno chiarito un 15enne e un 17enne che ieri sera si sono costituiti: uno in questura accompagnato da un avvocato, dove i poliziotti lo hanno consegnato ai carabinieri, titolari delle indagini; il secondo si è presentato direttamente alla caserma “Pastrengo”.

Il più piccolo ha pronunciato poche parole: “sono io l’accoltellatore di Chiaia”, facendo intendere di essere stato l’esecutore materiale del tentato omicidio. Mentre l’altro ha detto che faceva parte del gruppo. Entrambi sono stati interrogati per ore dai pm della procura per i minorenni e sottoposti a fermo.

Bruno Petrone è un bravo ragazzo, incensurato e appartiene a una famiglia perbene originaria di Gaeta, trasferitasi da qualche tempo nella zona di piazza Carlo III. Gioca come centrocampista a calcio nell’Angri nel campionato d’eccellenza dopo un anno passato con la maglia del Sorrento, ma non trascura gli studi.

Sul tentato omicidio stanno indagando i carabinieri della compagnia Napoli Centro con i colleghi della Stazione di Chiaia, che attraverso le immagini della videosorveglianza hanno ricostruito con precisione la dinamica del ferimento.

Bruno Petrone era uscito da un locale con due amici quando ha subito un assalto armato dalle caratteristiche di una spedizione punitiva. Il gruppetto si è avvicinato e puntando con decisione verso di lui, gli ha impedito ogni via di fuga. Uno dei 5 assalitori, con il volto coperto da cappucci così come i complici che lo hanno attivamente spalleggiato tenendo ferma la vittima, ha estratto un coltello e lo ha colpito nella parte destra dell’addome e al fianco dal lato opposto.

Inutilmente gli amici della vittima, disarmati e in netta inferiorità numerica, hanno cercato di difendere il 18enne calciatore. L’allarme è scattato subito e a via Bisignano è accorsa un’ambulanza del 118 in contemporanea ai carabinieri. Bruno Petrone è stato sottoposto nell’ospedale San Paolo a un intervento chirurgico durante il quale gli è stata asportata la milza e poi ricoverato in rianimazione, sempre in pericolo di vita ma in leggero miglioramento (nel momento n cui il giornale andava in stampa).

I carabinieri per la gravità delle condizioni sono riusciti a sentirlo per qualche minuto. Mentre a lungo hanno sentito i due amici del 18enne, i quali avrebbero riferito che la serata era trascorsa tranquillamente: nessun litigio con altri ragazzi, nessuno sguardo di troppo, nulla che possa essere collegato al raid.

Il che porta gli investigatori a pensare a una possibile vicenda pregressa sempre nell’ambito della movida: una lite per futili motivi magari condita da minaccia finale, cui magari Petrone non ha dato importanza. Vengono escluse invece, almeno per il momento, connessioni con l’attività di calciatore.

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