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01 Aprile 2019 - 15:23
NAPOLI. La Procura di Napoli ha iscritto nel registro degli indagati quattro persone nell'ambito dell'inchiesta che ha fatto luce sulla piattaforma informatica Exodus, che avrebbe consentito di carpire in maniera illecita i dati di centinaia di utenti in tutta Italia. Grazie a una app installata per errore, migliaia di utenti sono stati illegalmente intercettati e spiati. La Procura ha chiesto e ottenuto il sequestro preventivo della piattaforma informatica e delle aziende E-surv, ideatrice dell'applicazione e la Stm che si occupava della commercializzazione. I quattro indagati sono il rappresentante legale e l'amministratore di fatto della Stm srl, l'amministratore legale e il direttore delle infrastrutture It della E-surv, la società produttrice del spyware. Perquisizioni e sequestri su tutto il territorio nazionale sono state affidate dalla procura agli specialisti del Cnaipic (Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche), del Ros, e del nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di Finanza.
LA PROCURA. Da tempo la procura di Napoli ha avviato un'indagine «inalizzata all'accertamento di gravi reati collegati alla gestione di software utilizzati per l'intercettazione di comunicazioni telematiche con captatore informatico». Lo sottolinea una nota del procuratore della Repubblica del Tribunale di Napoli, Giovanni Melillo, con riferimento alle notizie di stampa sulla piattaforma informatica “Exodus". Nell'ambito delle indagini, che impegnano congiuntamente le strutture specializzate dalla Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di finanza, su richiesta della procura, il gip ha adottato lo scorso 20 febbraio il decreto di sequestro preventivo della stessa infrastruttura e delle aziende di E-Surv S.r.l. e Stm s.r.l. Come fanno sapere gli stessi inquirenti, «l'intervento, diretto e coordinato dalla procura, degli specialisti del Cnaipic della polizia postale, del Ros dei carabinieri, del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della guardia di finanza, ha portato al definitivo spegnimento, con cessazione di ogni attività, della piattaforma informatica Exodus». Nell'ambito dell'inchiesta sono state effettuate perquisizioni, sequestri e acquisizioni informative.
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