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05 Aprile 2019 - 20:49
Inaugurata al Museo Nazionale Ermitage la mostra "Pompei, Uomini, Dei ed Eroi" alla quale contribuisce anche il patrimonio archeologico dell'Antiquarium Stabiano
CASTELLAMMARE DI STABIA. Il trasferimento di enormi casse di reperti prelevati dall’Antiquarium stabiano non è sfuggito agli stabiesi. Ieri mattina, una società lombarda ha prelevato dalle sale del “deposito vietato ai visitatori”, situato sotto le aule della scuola Media Stabiae, 9 affreschi delle ville stabiane e 9 reperti della stessa provenienza, di cui 8 tra pentole e padelle in bronzo e un’olla in terracotta.
Gli addetti hanno “impacchettato” il tutto, hanno infilato i reperti nelle casse di colore blu e le hanno caricate in un furgone per essere portate via.
Chi osservava la scena si è chiesto se sia rispettoso tenere all'oscuro i cittadini che non sono stati mai messi al corrente del trasferimento dei reperti verso la Russia. La Soprintendenza archeologica di Pompei intende rassicurare tutti: «I reperti di Stabiae saranno esposti all’Ermitage di San Pietroburgo e la Soprintendenza ne tutela il trasporto e la salvaguarida». Proprio oggi, infatti, veniva inaugurata la mostra dal titolo: “Pompei. Uomini, Dei ed Eroi”.
E Stabiae? È il destino baro e assassino di Castellammare di Stabia: essere sfruttata e non valorizzata. La mostra al Museo Nazionale Ermitage fu annunciata con grande strombazzamento dei media il 18 novembre scorso: “Grande omaggio italiano all’insegna di Pompei al VII Forum Internazionale della Cultura in corso a San Pietroburgo, con l’inaugurazione che ha avuto luogo oggi, al Museo Statale Ermitage - alla presenza del Ministro italiano per i Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli, del viceministro russo alla Cultura Alla Manilova, del direttore del Museo Statale Ermitage Mikhail Piotrovsky, di Paolo Giulierini direttore del Mann-Museo Archeologico Nazionale di Napoli e di Massimo Osanna (all’epoca, ndr) direttore del Parco Archeologico di Pompei”. Di Stabiae nemmeno un accenno.
Il Comune di Castellammare di Stabia, probabilmente, ignora le decisioni della Soprintendenza. Così come i cittadini stabiesi che solo accidentalmente hanno scoperto, ieri mattina, di essere stati “defraudati” della parte più preziosa del patrimonio archeologico di Stabiae grazie alla quale fanno passerella ministri e direttori di musei, portando soldi in cassa a tutti, ma nemmeno un piccolo vantaggio d'immagine alla città che resta ad attendere la sede per l’Antiquarium stabiano nella Reggia di Quisisana..
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