Cerca

Ciro Esposito, Cassazione: spari non furono legittima difesa, De Santis voleva uccidere

Ciro Esposito, Cassazione: spari non furono legittima difesa, De Santis voleva uccidere

ROMA. I giudici della Suprema Corte escludono la legittima difesa per Daniele De Santis, condannato a 16 anni per la morte del tifoso napoletano Ciro Esposito avvenuta a Roma poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina-Napoli nel maggio 2014. Nelle motivazioni della sentenza con cui il 25 settembre scorso hanno condannato a 16 anni l'ultrà romanista si legge "Da un lato, De Santis aveva provocato la situazione di pericolo" e "dall'altro aveva assunto una reazione non proporzionata all'offesa. Pur potendo puntare l'arma o sparare in aria, non l'aveva fatto e risulta avere esploso colpi ad altezza d'uomo (cinque in rapida successione) dei quali quattro andarono a segno".

LA MAMMA: ALTRE PERSONE CON DE SANTIS. "Le motivazioni ora sono pubbliche, ma noi sapevamo già com'erano andate le cose perché ce lo ha raccontato Ciro. Ora una parte di verità e di giustizia è stata fatta". Così Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, commenta all'Adnkronos le motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione, con la quale l'ultras romanista Daniele De Santis è stato condannato a 16 anni, e nella quale viene esclusa la legittima difesa. "Sapevamo che si era trattato di omicidio volontario - racconta Antonella Leardi - abbiamo sempre detto che queste cose le conoscevamo perché ce le ha raccontate Ciro, che era vivo e cosciente. Per noi non è nulla di nuovo, ma almeno una parte di giustizia è stata fatta. Non nascondo di aver temuto che gli potessero riconoscere la legittima difesa". Se "una parte" di giustizia è stata fatta, secondo la madre di Ciro Esposito c'è un'altra parte dimenticata e sulla quale non è stata fatta luce: "Con De Santis c'erano altre persone, questo aspetto non è stato mai messo in luce, nonostante mio figlio Ciro fosse riuscito a raccontare che furono in tanti a compiere l'agguato". Secondo Antonella Leardi "si è trattato di superficialità nelle indagini e nell'approfondimento di alcune cose. Questa cosa io non la dimentico e non l'ho mai digerita", conclude.

BORRELLI. “La sentenza della Cassazione riabilita definitivamente la figura di Ciro Esposito, un giovane che perse la vita per andare a vedere una partita di calcio. La decisione dei giudici ripaga anche l’attività della madre, la signora Leardi, che – con estrema dignità – ha lottato per ottenere giustizia. Ora ci aspettiamo che De Sanctis, che ha visto la sua condanna decurtata nei vari gradi di giudizio, sconti la pena fino all’ultimo giorno. La speranza è che fatti del genere non si ripetano in futuro e che il calcio venga vissuto per quello che è, uno sport che rappresenta la passione di milioni di italiani”. Lo affermano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il conduttore de “La Radiazza” su Radio Marte Gianni Simioli.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Il Roma

Caratteri rimanenti: 400

Logo Federazione Italiana Liberi Editori