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De Iesu: «Camorra si rigenera, servono più uomini». Appello del Cardinale a Salvini

De Iesu: «Camorra si rigenera, servono più uomini». Appello del Cardinale a Salvini

NAPOLI. «Ci assumiamo le nostre responsabilità, sia in termini di controllo del territorio, che in termini investigativi. Ma non è sufficiente». Così il Questore di Napoli, Antonio De Iesu, rispondendo alle domande dei giornalisti sull'agguato mortale di ieri nel quartiere San Giovanni a Teduccio. «Dobbiamo riflettere tutti - ha proseguito De Iesu - la prevenzione sociale è importante, e la Polizia la sua parte la sta facendo. Nel Rione Sanità almeno 50 ragazzi stanno seguendo i corsi nella nostra palestra di pugilato con gli istruttori delle Fiamme Oro, ed allo stadio Albricci ci sono nuotatori ed atleti della Polizia che stanno facendo un grande lavoro». «Tutte queste esperienze - ha proseguito il Questore di Napoli - dovrebbero essere messe in rete, perché in alcuni quartieri di Napoli il malessere sociale è sensibile. E non parlo delle periferie, ma anche del centro città. Ognuno - ha concluso De Iesu - deve fare la sua parte». Ma servono anche più risorse. «Alla Questura di Napoli sono arrivati a Novembre scorso 35 agenti, altri 65 sono arrivati a Febbraio» ha spiegato. «Negli ultimi 4-5 anni non abbiamo avuto turn-over - ha detto ancora de Iesu - ma oggi, per fortuna, ci sono le risorse per un piano di assunzioni significative. E con la riforma Milano, Roma e Napoli saranno Questure-super e nelle piante organiche avranno alcune centinaia di agenti in più».

GRUPPI A GEOMETRIA VARIABILE. Una «camorra tentacolare che ha la capacità di rigenerarsi velocemente, nonostante lusinghieri risultati investigativi su tutti i clan». «L'operatività di più gruppi criminali a geometria variabile, in competizione fra loro per il controllo del territorio e la gestione di traffici illeciti connessi soprattutto al traffico, spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsioni - ha spiegato De Iesu - rende possibili imprevedibili alleanze tra clan, patti di non belligeranza, coesistenza all'interno di uno stesso territorio di gruppi criminali diversi, con una frammentazione funzionale del territorio. Ne consegue un equilibrio precario, con le leadership dei diversi clan spesso in conflitto, quasi perenne, per l'acquisizione della totale egemonia sul territorio d'influenza con convulse dinamiche antagoniste». ​La camorra dall'approccio «organizzativo orizzontale e non piramidale», ha aggiunto De Iesu, «proprio per questo è più pericolosa e violenta, alla ricerca costante del controllo di porzioni di territorio per gestire traffici illeciti».

LA RISPOSTA INVESTIGATIVA. «Rimane, come dato costante, che il sistema della camorra, nella sua complessità e poliedricità, resta un fenomeno capace negli anni di creare veri e propri cartelli imprenditoriali, in grado di impossessarsi di indotti economici produttivi di significativa portata fino al punto di arrivare a influenzare settori dell'economia locale e nazionale, con infiltrazioni di enti locali per la gestione di appalti» ha detto il questore. ​«La risposta investigativa della Polizia di Stato, insieme a Carabinieri e Guardia di Finanza - ha aggiunto De Iesu - è stata efficace grazie alla eccellente azione di coordinamento della Direzione distrettuale antimafia e delle Procure della città metropolitana. Numerose sono state le operazioni di Polizia giudiziaria culminate con l'emissione, su richiesta della Dda, di ordinanze di custodia cautelare da parte dell'Ufficio Gip, che hanno portato all'arresto di 230 pericolosi affiliati alla criminalità organizzata operati dalla Squadra mobile e dai commissariati per associazione mafiosa, omicidi, estorsione, spaccio di droga e armi». Gli arresti «hanno permesso ridimensionare la capacità operativa di clan storici dei quartieri Pianura, Ponticelli, San Giovanni, Sanità, Forcella, Scampia, Giugliano, Castellammare, Nola e Afragolaı, ha concluso il questore.

APPELLO DEL CARDINALE SEPE A SALVINI. «Rivolgo un appello al ministro degli Interni, per una maggiore presenza di forze di polizia a Napoli». Lo ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, a margine della celebrazione della festa della Polizia nel capoluogo campano. Il cardinale ha definito «una barbarie» l'agguato di camorra compiuto ieri nei pressi di un asilo, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, nel quale solo fortuitamente non è stato colpito un bimbo di tre anni, nipote della vittima.

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