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05 Agosto 2015 - 13:46
Rapine e furti nel Grossetano, in quattro finiscono in manette
CASORIA. A Gavorrano, in provincia di Grosseto, e Casoria, i Carabinieri della Compagnia di Massa Marittima(Gr), in collaborazione con militari delle Compagnie di Casoria e Castello di Cisterna, nonché con unità cinofile del Nucleo carabinieri di Pisa, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Grosseto su richiesta della locale Procura, nei confronti di 4 soggetti - V.C. di anni 29, V.R. di anni 30, I. G. di anni 20 ed A.G. di anni 37, tutti provenienti dalla provincia di Napoli - ritenuti responsabili di rapine e furti. Sono state altresì eseguite 12 perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati, tutti di nazionalità italiana, concorrenti nei medesimi reati. L’attività investigativa ha consentito di accertare una lunga serie di episodi delittuosi posti in essere, dal mese di marzo a quello di luglio appena terminato, nei comuni di Gavorrano, Massa Marittima, Roccastrada e Follonica: rapine, furti in abitazione, scippi di monili d’oro, che si aggiungono ad altre attività delittuose a vario titolo contestate agli arrestati, quali la spendita di banconote false da 20 euro e lo spaccio di sostanze stupefacenti trasportate dalla Campania alla provincia di Grosseto e destinate al mercato locale. Gli indagati erano soliti utilizzare, come attività di copertura, la rivendita ambulante di frutta e verdura su furgoni, riuscendo così ad individuare le vittime più deboli che avvicinavano con la scusa di vendere loro prodotti, per poi scipparli dei monili e del denaro contante, a volte anche con minacce o violenza fisica. Un’attività delittuosa, questa, che quotidianamente fruttava circa 1.000 euro, con una media di 2/3 colpi al giorno. Medesima tecnica veniva utilizzata per localizzare le vittime da colpire in appartamento, sempre appartenenti alle fasce deboli, spesso agganciate nelle prime ore della mattina in strada e seguite fino all’abitazione, in attesa delle ore notturne per agire con metodi violenti e minacciosi, ricorrendo anche all’uso di armi. I monili venivano immediatamente rivenduti presso i compro-oro della provincia grossetana.
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