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24 Agosto 2015 - 13:07
Il poligono di tiro illegale era stato allestito sul tetto di un immobile di Borgo Sant'Antonio. Gli investigatori hanno stilato un elenco di tutti i ras che frequantavano il posto.
NAPOLI. Eccolo, il gruppo di fuoco del borgo Sant’Antonio Abate del clan Giuliano-Sibillo-Amirante. Una decina di giovani e giovanissimi pistoleri temporaneamente fermi, ma pronti a ricominciare a settembre la faida con i Mazzarella. I carabinieri, proseguendo le indagini dopo la scoperta del poligono di toro nel cuore del “Buvero” a luglio scorso, avrebbero stilato un elenco di potenziali sicari che si allenavano sul tetto del palazzo. Nomi top secret, ma che potrebbero già essere stati scritti nel registro degli indagati in procura. In ogni caso, da un punto di vista investigativo, è un primo risultato molto utile nelle inchieste coordinate dalla Dda sulle cosche in guerra nel centro antico di Napoli. Era un poligono di tiro a cielo aperto quello scoperto dai militari dell’Arma. Bersagli le antenne paraboliche, centrate nella zona da proiettili esplosi che hanno lasciato come tracce decine di bossoli. Gli investigatori, sulla base di notizie confidenziali raccolte rapidamente, ritengono che tra gli utilizzatori ci fossero anche dei minorenni. I quali, invece di sparare con i joystick dei videogiochi, evidentemente salivano sui tetti delle abitazioni del centro storico di Napoli e facevano fuoco verso le antenne paraboliche con armi da fuoco vere. Con il passare dei giorni è emerso sempre più chiaro il collegamento con la guerra in atto a Forcella tra i nuovi Giuliano-Sibillo e i Mazzarella: sul tetto i baby ras volevano imparare a fare centro. E per non rischiare di essere arrestati sparando per strada, anche di notte, avevano trovato un posto sicuro.
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