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09 Ottobre 2018 - 12:23
Nel mirino dei carabinieri è finito Lorenzo Puca, con lui un imprenditore edile che avrebbe fatto da "intermediario"
SANT'ANTIMO. I carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di due indagati ritenuti responsabili di violenza privata e tentata estorsione, aggravate dalla circostanza di appartenere al clan Puca a Sant'Antimo. Nel mirino dei carabinieri, fanno sapere gli stessi militari, è finito Lorenzo Puca ritenuto «esponente di spicco dell'omonimo gruppo, figlio di Pasquale 'o minorenne, storico capo del sodalizio». Nel corso delle indagini, secondo l'accusa, è emersa anche la partecipazione di un imprenditore edile: l'uomo avrebbe fatto da “intermediario" organizzando alcuni incontri con vittime taglieggiate per costringerle a vendere sei appartamenti a una società, scelta dal sodalizio, e a cedere a Puca altri tre appartamenti e la somma di 25mila euro.
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