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17 Ottobre 2018 - 12:29
Troppe case sono diventate strutture ricettive. Piscopo e Panini: «Decongestionamento in atto»
di Antonio Sabbatino
NAPOLI. Evitare che l’assalto dei turisti a Napoli degli ultimi anni modifichi l’aspetto intrinseco di Partenope e, soprattutto, lasci indietro quella schiera di popolazione incapace di continuare a pagare l’affitto di un appartamento quando non proprio a rimanerci a causa dell’aumento dei prezzi e della trasformazione di molte abitazioni in strutture ricettive. Come arginare il fenomeno della “turistificazione”'? Èquanto discusso in una riunione di commissione congiunta Cultura e Diritto all’abitare. In prima linea c’è “Magnammece ’o Pesone”, realtà tra le più attive adenunciare come dietro alla gaiezza di una città melting pot grazie all’enorme flusso dei visitatori ci sia il volto serrato dei tanti che, a partire dai residenti del centro storico, fanno i conti con sfratti esecutivi ai propri danni o all’impossibilità di far fronte ai pigioni e ad altre spese dato l’aumento del costo della vita anche a Napoli. «La percentuale di crescita delle case vacanze in un anno è del 65%. In quasi 3 anni quasi 5000 appartamenti sono scomparsi per trasformarsi in case vacanze. È il tasso più alto in Europa», ricorda Alfonso De Vito del movimento per il diritto all’abitare che poi aggiunge come all’inverso Napoli abbia «la percentuale di proprietà di case più bassa del Vecchio Continente. Entro dicembre è attesa la legge regionale in materia. Ricordiamo che nel capoluogo ci sono 1600 sfratti esecutivi. Anche l’affitto di una stanza è aumentato da 200 euro rispetto a qualche anno fa ai 400-450 euro di oggi».
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