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05 Novembre 2018 - 12:17
Due diverse organizzazioni: l’una facente capo alla famiglia De Martino e rimasta fedele ai De Micco, l'altra riconducibile alla famiglia Minichini/De Luca Bossa
NAPOLI. Personale del Commissariato di Polizia di Napoli Ponticelli, con il contributo della Squadra Mobile, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 9 soggetti ritenuti responsabili di porto e detenzione illegale di armi da fuoco, anche da guerra, e di ordigni esplosivi, di minaccia e rapina, tutti aggravati dalle finalità e dal metodo mafioso.
Le indagini hanno permesso di ricostruire gli assetti criminali in atto sul territorio di Ponticelli a seguito degli arresti, avvenuti nel mese di novembre 2017, di numerosi esponenti del clan De Micco che fino a quel momento aveva avuto la supremazia assoluta nel quartiere. Dopo gli arresti era emersa una particolare labilità delle compagini associative, a causa dei continui passaggi di affiliati dal gruppo in quel momento soccombente a quello più forte.
Nell’ordinanza sono contestate condotte commesse da soggetti affiliati a due diverse organizzazioni: l’una, costituita da coloro che sono rimasti fedeli al clan De Micco, e, in particolare, al gruppo facente capo alla famiglia De Martino; l’altra, costituita da coloro che, scindendosi dalla organizzazione nella quale avevano in precedenza militato, hanno deciso di aderire ad un nuovo gruppo, riconducibile alla famiglia Minichini/De Luca Bossa.
Le indagini condotte dalla Dda hanno consentito di ricostruire alcuni episodi, avvenuti tra il dicembre 2017 ed il giugno 2018, inquadrabili nel del contrasto insorto tra tali due sodalizi criminali, a partire dall’estorsione commessa dalla organizzazione scissionista nei confronti di un affiliato al clan De Micco, diretta ad ottenere la consegna degli ordigni esplosivi e delle armi che custodiva per conto dell’organizzazione, fino alle continue e reciproche scorribande armate ed azioni ritorsive commesse dai membri dei due gruppi contrapposti.
La ricostruzione di alcune condotte delittuose è stata resa possibile anche grazie all’acquisizione di immagini dai sistemi di videosorveglianza di alcuni esercizi commerciali della zona.
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