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12 Novembre 2018 - 16:05
Sequestrati beni del valore di circa 10 milioni di euro. Ai domiciliari anche due esponenti storici della politica locale: l’ex parlamentare Giuseppe Galati e Luigi Muraca, ex consigliere del Comune di Lamezia Terme
CATANZARO. Ventiquattro persone finite in arresto, dodici delle quali in carcere e altrettante ai domiciliari. Sequestrati beni del valore di circa 10 milioni di euro. Questo il bilancio dell’operazione condotta stamani dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Catanzaro, coordinati e diretti dalla procura della Repubblica - Dda di Catanzaro, con la collaborazione dello Scico di Roma. Nel mirino sono finiti soggetti ritenuti appartenenti a una cosca di ’ndrangheta e pubblici amministratori. Ai domiciliari anche "due esponenti storici della politica lametina" che, secondo la procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro-Dda, "hanno rappresentato l'anello di congiunzione tra il contesto 'ndranghetistico e la dirigenza Asp coinvolta". Si tratta dell'ex parlamentare Giuseppe Galati e di Luigi Muraca, 50 anni, ex consigliere del comune di Lamezia Terme, sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2017.
"Due gruppi imprenditoriali 'ndranghetistici" avevano realizzato negli anni "un assoluto monopolio nel redditizio settore delle autoambulanze sostitutive del servizio pubblico, delle onoranze funebri, della fornitura di materiale sanitario, del trasporto sangue e altro ancora", secondo quanto emerso dall'operazione 'Quinta bolgia'. Nel mirino dei finanzieri è finito il 'Gruppo Putrino' che, secondo quanto ricostruito dai finanzieri di Catanzaro, "è riuscito sin dal 2009 ad acquisire una posizione di dominio nello specifico mercato, aggiudicandosi la gara di appalto relativa alla gestione del servizio sostitutivo delle ambulanze del 118 bandita dall'Asp di Catanzaro". Gruppo che "dal 2010 e sino al 2017 ha continuato a operare in assenza di una gara formale" attraverso proroghe "ottenute in considerazione dei privilegiati rapporti tra i vertici del gruppo criminale e numerosi appartenenti di livello apicale dell'Asp di Catanzaro" nei confronti dei quali vengono contestati "plurimi episodi di abuso d'ufficio". L'altro gruppo coinvolto dall'inchiesta è 'Rocca'.
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