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13 Novembre 2018 - 17:54
L’iniziativa è legata alla settima edizione di “L’epatologia nel terzo millennio”
NAPOLI. Test salivari per individuare i casi di epatite C ancora non diagnosticati. Due giorni di controlli destinati alla popolazione in programma venerdì 16 e sabato 17 novembre sul lungomare di via Caracciolo, promossi dall’Aigo Campania (associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri) in collaborazione con l’Asl Napoli 1 Centro e l’associazione dei pazienti EpaC, realtà che metteranno a disposizione dei cittadini specifiche unità informative allo scopo di sensibilizzare la popolazione e allo stesso tempo effettuare ai soggetti interessati gli opportuni test.
L’iniziativa rientra tra quelle promosse in occasione della settima edizione di “L’epatologia nel terzo millennio”, il corso di aggiornamento organizzato dall’ospedale evangelico Betania, in programma proprio il 16 e il 17 novembre al centro congressi della Università Federico II di Napoli in via Partenope.
“La Campania – spiega il dottor Ernesto Claar, presidente di Aigo Campania e coordinatore del corso di aggiornamento – è purtroppo la regione in cui si registra la maggiore percentuale di bambini sovrappeso e obesi. La prolungata presenza di grasso nel fegato può indurre gravi conseguenze, tante che nel giro di pochi anni il 20% dei soggetti con steatosi è destinato a sviluppare una vera e propria epatite ‘da grasso’ che può progredire (fino al 18% dei casi) allo stadio di cirrosi epatica”.
Si stima infatti che solo in Campania ci siano circa 1.700 soggetti, per lo più donne, affetti da colangite biliare primitiva e solo il 60% risponde alle terapie tradizionali. Nonostante ciò, fino ad oggi solo pochi pazienti sono giunti ai centri di riferimento per fruire delle eventuali cure con i farmaci di ultima generazione. “Di qui – conclude il coordinatore del corso L’epatologia nel terzo millennio – l’esigenza di una campagna di sensibilizzazione ed un messaggio di tranquillità alla nostra popolazione, che non dovrà mai più ricorrere alla migrazione sanitaria”.
Messaggi che proverà a portare anche l’artista Lello Esposito, che sarà autore di una relazione per analizzare, dal punto di vista dei pazienti (Esposito è stato curato proprio da Ernesto Claar), il rapporto tra arte e medicina. Esposito proporrà inoltre un percorso artistico attraverso dieci opere (pitture e sculture) realizzate per l’occasione.
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