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27 Novembre 2018 - 12:39
Antonio Orlando era nell'elenco dei ricercati più pericolosi d'Italia. Stanato dai carabinieri a Mugnano
NAPOLI. Catturato il capo di un clan della camorra, latitante da 15 anni, nell'elenco dei ricercati più pericolosi d'Italia. I Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno arrestato Antonio Orlando, 60 anni, ritenuto il reggente del clan camorristico degli ''Orlando-Nuvoletta-Polverino'', operante nell'Hinterland a Nord del capoluogo campano. L'uomo, inserito nell'elenco dei i latitanti più pericolosi d'Italia, era ricercato da 15 anni avendo a suo carico due ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione di tipo mafioso emesse dal Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L'uomo è stato catturato all'alba di questa mattina dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di castello di Cisterna, in un appartamento a Mugnano. Lì il boss aveva ogni genere di comfort, soprattutto quelli necessari a mantenersi in forma, come un tapis roulant, una doccia solare e una sauna, nella mansarda dell'appartamento che occupava in una palazzina a tre piani in una zona residenziale e tranquilla.
DOCCIA SOLARE E SAUNA NELL'APPARTAMENTO. All'operazione hanno preso parte un'ottantina di carabinieri che hanno dapprima "cinturato" la palazzina, a tre piani, alla periferia di Mugnano di Napoli, in cui si era rifugiato Orlando e poi controllato ognuno dei sedici appartamenti e il garage, per chiudere ogni possibile via di fuga al ricercato. Il boss era rimasto ai margini del suo comune, Marano, continuando a tenere collegamenti con potenti sodalizi. Alla perquisizione i carabinieri hanno rinvenuto documenti che erano stati appena bruciati, tra cui una carta identità che aveva come foto il volto del ricercato ma c'erano dati falsi. Antonio Orlando si è mostrato in perfetta forma fisica. C'erano in casa attrezzi ginnici, una doccia solare e una sauna, nella mansarda. Sotto la seduta di quest'ultima era stato ricavato una sorta di rifugio, dotato di uno sportello e di un cunicolo cieco. Quindi, era solo per nascondersi. Stratagemma che non ha potuto funzionare perché era necessaria una seconda persona per richiudere lo sportello. Sono stati trovati 6mila euro, per la spesa quotidiana, e lettere che ora sono al vaglio di inquirenti e investigatori. L'attività investigativa è puntata in questa seconda fase su chi ha coperto la sua latitanza. Orlando ha cambiato in tutto questo tempo diversi domicili. Alla conferenza stampa, insieme al comandante provinciale di Napoli Ubaldo Del Monaco hanno preso parte anche il comandante di Castello di Cisterna Gaspare Giardelli, e il maggiore Antonio Bagarolo, comandante del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna.
SALVINI. «Arrestato dai carabinieri poche ore fa il reggente degli “Orlando-Nuvoletta-Polverino" di Napoli, era latitante da 15 anni, tra i più pericolosi d'Italia. Anche per lui la pacchia è finita». È il messaggio del ministro dell'Interno Matteo Salvini commentando l'arresto del latitante Antonio Orlando. «Grazie alle Forze dell'Ordine e agli investigatori, il vostro straordinario lavoro ci fanno cominciare bene la giornata rendendoci ancora di più orgogliosi di voi» ha concluso il vicepremier.
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