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Caso Di Maio, minacce e insulti ai cronisti: «Ve ne dovete andare da qui»

Caso Di Maio, minacce e insulti ai cronisti: «Ve ne dovete andare da qui»

Clima d'odio a Mariglianella: «Andate a fare inchieste su Renzi». Un pregiudicato brandisce prima un cric e poi un bastone: «Non dovete entrare»

di Bruno Pavone

MARIGLIANELLA. Non c’era Antonio Di Maio ieri mattina a Mariglianella. Il papà del Ministro del Lavoro, Luigi, era stato convocato dai vigili urbani che dovevano ispezionare i terreni al civico 69 di via Umberto I. Ha però mandato due suoi tecnici che con gli agenti hanno ispezionato l’area dalle 10 alle 12. Via Umberto è una strada che taglia in due il paese che conta 7 mila abitanti. È una strada principale perché dal Municipio porta verso la scuola media che costeggia proprio il terreno di proprietà al 50% di Di Maio padre. Per entrare si percorre una strada che costeggia un edificio nuovo a tre piani, presidiato a vista da un uomo, che dice di essere pregiudicato per reati associativi, che ogniqualvolta qualcuno si avvicina urla, impreca. Quando due cronisti hanno provato ad avvicinarsi per poter guardare da vicino il terreno ha impugnato un cric di ferro. Stessa scena anche quando i giornalisti hanno provato a intervistare il comandate della polizia municipale che aveva appena terminato il sopralluogo. «Ve ne dovete uscire», urla con un bastone di legno tra le mani. Ma è in generale il clima a non essere favorevole e i tanti giornalisti presenti in strada sin dalle prime ore del mattino ha dato fastidio a chiunque passasse con l’auto. Insulti seguite a parole di stima per la famiglia Di Maio e per Luigi: «È il salvatore dell’Italia, andate ad Arcore invece di venire qui», hanno urlato in tanti. Ed è continuano così per tutta la mattinata. Ogni angolo era giusto per poter offendere un giornalista. Ci sono stati più momenti di tensione quando i giornalisti dalla sede del comune di Mariglianella si sono diretti verso via Umberto I. Una ventina tra cronica, fotoreporter e cineoperatori. Le auto rallentavano la loro marcia e chiedevano il perché di quegli assembramenti. Quando la risposta era che a Mariglianella si era per Di Maio le offese sono continuate. Alcune irripetibili, altre significative del clima d’odio contro i giornalisti: «Siete dei “ricottari”, siete ignobili, andare a lavorare». Quando qualcuno dei cronisti ha cercato di spiegare che quello era il lavoro chiamato a fare: sono partiti i sberleffi. «Siete venuti in tanti alla ricerca dello scoop. Non lo farete». Il fondo della famiglia Di Maio si trova nel centro storico ed è a ridosso della scuola elementare. A Mariglianella, comune che ora conta circa 8000 abitanti (molti hanno trovato casa provenienti anche da altri comuni della zona), sono in tanti che conoscono la famiglia Di Maio. Nella vecchia masseria nella quale oggi i vigili, con i responsabili dell'ufficio tecnico, hanno eseguito accertamenti per la verifica di  eventuali abusivi. Metri alla mano, hanno misurato ogni angolo per annotare le volumetrie che poi verranno messe a confronto con quelle che sono a disposizione del Comune. Al termine delle prime ore sono state sequestrate tre aree sulle quali ci sono rifiuti inerti, come qualche vecchio bidone e dei calcinacci. 

 

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