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Delitto Ferraiuolo, scontro in aula sulla pazzia di Raffaele Giuliano

Delitto Ferraiuolo, scontro in aula sulla pazzia di Raffaele Giuliano

Due perizie contrastanti: una negativa e l'altra positiva. Il pm chiede la terza visita

NAPOLI. È scontro tra la Procura di Napoli e la difesa nel corso di un processo per omicidio molto delicato. Un cald case di oltre trent’anni fa. Testimone principale è Raffaele Giuliano, che una perizia lo ha dichiarato invalido, perché infermo di mente, e un’altra che lo ha dichiarato sano, un simulatore. Una situazione molto complessa che ha spinto la Dda ha chiedere l’acqusizione dei verbali delle dichiarazioni per l’impossibile di sostenere un interrogatorio. Ma difesa, sostenuta dall’avvocato Leopoldo Perone, si è invece opposta perchè ritiene che non ci siano le condizioni e che anzi, una perizia dimostra che può sostenere l’interrogatorio perché mente. 
C’era un sospetto tremendo: che quell’uomo che spesso girava attorno alla famiglia Giuliano non fosse fedele come voleva il boss Luigi e così dopo le voci che giravano su di lui si decise per ucciderlo. Dopo 34 anni, un cold case viene risolto. Ci sono decine di collaboratori di giustizia che raccontano con estrema precisione quel delitto e soprattutto le dichiarazioni di chi ha ordinato l’omicidio. Così dopo tre decenni Luigi Giuliano e Luigi Vicorito sono finiti sotto processo con l’accusa di aver assassinato Salvatore Ferraiuolo, uomo della cosca di Forcella che negli anni Ottanta stava mettendo le basi per diventare la cosca più potente della città e di tutta la Campania. 

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