NAPOLI. Una folla commossa di oltre 200 persone ha partecipato stamattina all’incontro che si è tenuto a Napoli per ricordare Emiddio Novi, l’ex parlamentare di Forza Italia da poco scomparso. Nella solenne cornice della Sala dei Baroni del Maschio Angioino, Novi è stato ricordato da amici, colleghi che ne hanno condiviso l’esperienza di giornalista, esponenti politici che lo hanno avuto a fianco in Parlamento e in Consiglio comunale. Ma tra gli interventi più applauditi e commoventi va segnalato quello di Antonio Bassolino: l’ex governatore della Campania e sindaco di Napoli ha reso onore a quello che è stato uno dei suoi più fieri avversari. Novi sfidò Bassolino nella corsa a sindaco di Napoli del ’97, e l’ex primo cittadino ha tenuto ha ricordare “la libertà e autonomia di pensiero che Emiddio ha sempre dimostrato, e che mi colpì subito quando ci conoscemmo, ben prima del ’97: io prossimo a candidarmi per la prima volta a sindaco, lui redattore capo del ‘Giornale di Napoli’. Entrambi ci rendemmo conto del terremoto che stava per squassare l’elettorato”, ha detto Bassolino, “e che, di lì a poco, avrebbe cambiato tutto. Da allora e negli anni a seguire ho ammirato in Novi il coraggio nel battersi per le proprie idee, anche in dissenso dalla sua parte politica”. Che è sta ben rappresentata dalla ex seconda carica dello Stato Renato Schifani, tuttora senatore azzurro, e da Antonio Martusciello, oggi consigliere AgCom ma primo coordinatore regionale di Fi in Campania. Schifani ha tenuto a ricordare «una qualità di Emiddio che credo non sia scontata: lui era stato prima alla Camera e poi al Senato attivo nelle commissioni Lavoro, in Antimafia, eppure”, ha ricordato l’ex presidente del Senato, “nel 2001 fui io a dirgli che avremmo voluto assumesse la presidenza della commissione Ambiente di Palazzo Madama. ‘Ma io di ambiente non so nulla’, mi disse perplesso. Lo rassicurai, e per cinque anni guidò l’organismo in maniera esemplare, a dimostrazione del suo raro talento”. Martusciello ha spiegato che “nel ’94 Emiddio fu individuato subito, da me, come il candidato ideale di Forza Italia. E questo nonostante la sua diversità, la sua estrazione liberal-popolare, che lo spingeva ad affrontare campagne insolite per il nostro movimento, per esempio con i disoccupati organizzati: eppure”, ha detto Martusciello, “lo seguivo con convinzione, trascinato dal suo entusiasmo”.
Nella Sala dei Baroni gremita di amici – molti venuti dalla provincia di Foggia di cui Novi era originario – ma anche di giornalisti, è stata proprio la testimonianza venuta dagli ex colleghi di Novi a offrire momenti di commozione. Il presidente dell’Ordine della Campania, Ottavio Lucarelli, ha ricordato “l’attenzione che Emiddio ha sempre avuto per i giovani, grazie alla quale sapeva gratificare anche chi come me all’epoca del ‘Giornale di Napoli’ era l’ultimo arrivato: gli devo la mia prima uscita da inviato, addirittura a Berlino”, ha spiegato Lucarelli. Ugo Maria Tassinari, che nel “Giornale di Napoli” è stato l’alter ego di Novi, ha richiamato “la capacità di Emiddio di sottrarsi alle piccole manie della nostra professione, di infischiarsene dei piccoli errori e guardare alla sostanza: così, seppure in pochi, riuscivamo a offrire una informazione alternativa”. Ha faticato a trattenere le lacrime Gigi Casciello, oggi deputato di Fi ma anche lui al fianco di Novi nel “Giornale di Napoli” degli anni '90: “Emiddio è stato discriminato per la sua estrazione di destra, ricordiamolo, ma ha tenuto duro e mi ha insegnato la tenacia, che alla fine lo ha premiato”. Antonio Sasso, direttore editoriale del “Roma”, ha parlato a nome dei tanti colleghi presenti al Maschio Angioino che con lui e Novi hanno iniziato addirittura all’epoca in cui la più antica testata partenopea era della Flotta Lauro: “Poi negli anni successivi Emiddio divenne il mio più importante opinionista: dettava gli editoriali mentre era in auto, dal cellulare, in tempo reale, senza avere bisogno di rileggere, con una punteggiatura perfetta e uno stile strepitoso”. Proprio della sua chiara estrazione di destra hanno parlato Bruno Esposito, fondatore dell’associazione “La citta di Camelot” (di cui Novi era presidente) e il presidente di Polo Sud Amedeo Labocetta. Il primo ha segnalato «le letture coltissime che Emiddio da ragazzo proponeva a noi altri militanti, e che ci hanno aiutato a costruire un’identità politica alternativa alla vecchia destra tutta chiusa nel paradigma ‘legge e ordine’…”. Laboccetta ha evocato “le doti naturali di leader che Emiddio ha sempre avuto, il suo straordinario valore di politico e intellettuale”. Ma è stato uno storico collaboratore di Novi in Parlamento, Renato Rocco, a soffermarsi su quella che è forse sempre stata la dimensione più autentica del compianto ex parlamentare: «La sua dimensione sociale, la sua attenzione e anzi il suo schierarsi in prima linea al fianco dei disoccupati, grazie ai quali hanno avuto un lavoro anche tanti attivisti delle cosiddette liste che sono oggi qui in sala”. L’incontro, che è stato moderato da uno dei figli dell’ex senatore, Errico, giornalista de “Il Dubbio”, è stato scandito anche dalla proiezione di alcune immagini di repertorio, tratte in particolare dagli interventi di Novi ai dibattiti delle emittenti locali campane negli anni 90, che hanno reso ancora più suggestiva la mattinata alla Sala dei Baroni.