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Falò contro i pentiti: i parroci scomunicano i clan

Falò contro i pentiti: i parroci scomunicano i clan

«Messaggio di morte e di intimidazione, che contraddice profondamente lo spirito del Vangelo». I responsabili non sono stati ancora trovati, anche se la magistratura ha aperto un fascicolo sul caso

di Rosa Benigno

CASTELLAMMARE DI STABIA. Sono braccati e sanno che quel falò sul quale hanno fatto bruciare il fantoccio con la scritta “Così devono morire i pentitiabbruciat” gli costerà caro. Anche la Chiesa li condanna e lo fa con parole di dolore ma anche di esecrazione.  ''Esprimiamo dolore per il fatto che una manifestazione fatta in concomitanza  di una festa religiosa profondamente sentita dal nostro popolo, sia diventata l'occasione per dare un messaggio di morte e di intimidazione, che contraddice profondamente lo spirito del Vangelo'' sono le parole dei sacerdoti di tutte le parrocchie della città di Castellammare di Stabia, che suonano come invito al ravvedimento per un gesto che richiama sugli autori una "scomunica" della Chiesa.

In una lettera aperta agli stabiesi, i parroci esprimono unanime condanna al falo' sul quale, durante la notte della festa dell'Immacolata, la camorra ha fatto bruciare un fantoccio accompagnato da una chiara minaccia ai "pentiti".

Venerdì 7 dicembre la scena è stata immortalata da decine di persone con i telefonini e quelle immagini continuano a bruciare per l'arroganza con cui i clan hanno espresso in pubblico il loro programma di dominio sulla città.
I responsabili del falò - peraltro vietato dal Comune - non sono stati ancora trovati, anche se la magistratura ha aperto un fascicolo sul caso. All'indomani della scioccante esibizione, che è andata in scena in via Savorito, un quartiere ad alta percentuale di criminalità, alla periferia Nord della città, la parrocchia del quartiere, intitolata a ''Gesù del Buon Pastore'', ha espresso immediata condanna. La domenica che seguì, vide tutti i parroci di Castellammare di Stabia, esternare singolarmente sentimenti di esecrazione per l'accaduto, durante le omelie dagli altari.
Qualche parroco ha manifestato su Facebook il proprio dissenso con grande veemenza. Ma ora i parroci hanno deciso di rendere più forte la propria condanna sottoscrivendo insieme una lettera aperta alla città in cui affermano: ''I parroci della città di Castellammare di Stabia,  in seguito ai fatti successi nel rione Savorito la notte del 7 dicembre u.s., che hanno avuto una grande eco su tutti i mezzi di comunicazione, avendo già la comunità parrocchiale di "Gesù Buon Pastore" espresso la propria condanna e parimenti chiesto una speciale attenzione su un quartiere bisognoso di riqualificazione del territorio e di integrazione culturale e sociale dei residenti, sentono ora l'esigenza di dare un messaggio comune sull'accaduto.
Innanzi tutto, esprimiamo dolore per il fatto che una manifestazione fatta in concomitanza  di una festa religiosa profondamente sentita dal nostro popolo, sia diventata l'occasione per dare un messaggio di morte e di intimidazione, che contraddice profondamente lo spirito del Vangelo.
Siamo, altresì convinti che, alla denuncia di quanto accaduto come di ogni forma di corruzione e di attività camorristica, si debba sempre accompagnare una più intensa opera di educazione e di formazione delle coscienze.
Le nostre comunità già impegnate sul territorio, esprimono la disponibilità a collaborare con tutti, cittadini, associazioni e istituzioni,  per realizzare il bene comune,  e contribuire,  secondo lo specifico di ognuno, all'edificazione di una comunità civile sempre più giusta e solidale
''. 

 

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