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15 Dicembre 2018 - 12:37
Carlo Tommaselli, prima e durante la latitanza, pensava in grande. Le parole di Antonio Vanacore ricostruiscono la scia di sangue del capo
di Luigi Sannino
NAPOLI. «Il nostro progetto era quello di conquistare l’intera area di Pianura e Soccavo, innanzitutto eliminando fisicamente i massimi esponenti del clan Marfella-Pesce e poi alcuni affiliati ai Vigilia».
Carlo Tommaselli, prima e durante la latitanza, pensava in grande e non nascondeva le sue ambizioni ai nuovi amici, a cominciare da Salvatore Romano detto “Muollo muollo” e Antonio Vanacore. I due, dall’anno scorso collaboratori di giustizia dopo essere stati arrestati insieme, hanno raccontato agli inquirenti dei propositi di “Carlucciello” di uccidere Pasquale Pesce e Salvatore Paolillo. Agguati comunque falliti nella fase esecutiva per una serie di circostanze.
«La latitanza di Carlo Tommaselli è stata favorita sia da me che da Antonio Vanacore», ha messo a verbale a luglio 2017 Salvatore Romano. «Il nostro progetto era di conquistare l‘intera area di Pianura estromettendo attraverso l‘eliminazione fisica i nostri avversari ovvero i massimi esponenti del can Marfella-Pesce. Anche Giuseppe Mele dal carcere mi aveva fatto sapere che era d’accordo che io mi affiancassi a Tomaselli nel progetto di conquista criminale del territorio di Pianur, a ma in nessuno caso ci sarebbe potuto essere un accordo tra lui perché i Mele ritenevano che a causa di Carlo Tommaselli si era determinata la definitiva rottura con i Pesce-Marfella».
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