Duraccio: «È una deriva. Per i mancati pagamenti si va dai 20 alle centinaia di euro»
NAPOLI. Non basta accorpare i 5 Iacp della Campania e poi sostituirli con l’Agenzia Campana per l’Edilizia Residenziale (Acer), per garantire una manutenzione incisiva degli alloggi popolari bisogna «individuare chi non paga i fitti facendoli mettere in regola». Salvatore Duraccio, funzionario amministrativo della direzione generale dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Napoli, lancia l’allarme sull’evasione dei canoni, in molti casi da poche decine di euro mensili, perpetrata ancora oggi, alla vigilia della nomina del consiglio di amministrazione di Acer prevista per il primo gennaio, salvo rinvii, come raccontato nei giorni scorsi proprio al nostro giornale. L’Agenzia, secondo le direttive della Regione, è chiamata a riordinare la complessa macchina riguardante la gestione degli alloggi popolari «Ma con canoni così bassi – spegne gli entusiasmi Duraccio che si occupa da 35 anni degli sgomberi e dell’assegnazione di un immobile nella disponibilità dello Iacp – la gestione rimane difficile. Se spendiamo decine di migliaia di euro per metterli a posto, come poi facciamo a rientrare se i fitti sono di 20 o 30 euro? Il rapporto tra i canoni di locazione e le spese per gli immobili non hanno proporzione. Con questo trend neppure l’Acer avrà la possibilità di cambiare le cose rispetto agli Iacp perché ancora oggi non è chiaro quanti soldi l’Agenzia Campana per l’Edilizia Residenziale potrà avere a disposizione. Ci vuole uniformità nel riscuotere i canoni, attenuando gli effetti dell’evasione. Le difficoltà sono enormi perché attualmente lo Iacp gestisce 60mila codici - civile abitazione, cantinato, terreno, bottega – Un tempo avevamo 500 dipendenti, ora sono meno i 100 dipendenti». Duraccio fa un ragionamento logico e semplice fornendo dati a capire la dimensione del fenomeno: «Per il passato abbiamo pagato l’Imu per 60mila alloggi al Comune di Napoli e a quelli della provincia. Cioè io sono lo Stato e dò i soldi allo Stato? È ancora in vigore la tassa per la bonifica del Volturno, istituita nel periodo fascista. La normativa prevede che per esempio un cantinato costi 80-90 centesimi ma il soggetto va alla posta e paga 1,50 euro. Come è possibile affittare poi a queste cifre un cantinato o a 15/20 euro una casa?». Lo Iacp, aggiunge il funzionario, «ha a che fare sia con i grandi evasori, pochi in termini di numero, e con le micro morosità, con una platea decisamente maggiore. Se per anni non vengono corrisposti, i canoni schizzano alle stelle aggravando ancora di più il bilancio e il sistema non riesce a tenere». Altra piaga, che in realtà esula dalla variazione degli istituti di gestione e delle agenzie, continuano ad essere le occupazioni abusive degli immobili sia Napoli città che nei comuni dell’hinterland, una cinquantina al momento secondo i dati Iacp, alcuni dei quali utilizzati dagli affiliati ai clan di camorra. Per contrastare questa deriva, spiega il funzionario Iacp, «consegniamo l’immobile contestualmente all’abbandono di chi c’era prima. Qualcuno, quando capisce che l’immobile è sfitto, butta a terra le mura e occupa abusivamente. Quando sappiamo di queste notizie, inoltriamo subito le denunce alla Procura della Repubblica verso chi ha occupato abusivamente e quindi dev’essere sfrattato». Ma in quali zone questo fenomeno è ora maggiormente accentuato? A Scampia e nei quartieri dell’area Est.
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