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28 Dicembre 2018 - 12:36
La Soprintendenza tiene chiusa l'antica dimora patrizia, in seguito ai danni subiti dalla struttura il 29 ottobre scorso
CASTELLAMMARE DI STABIA. Villa Arianna è chiusa dal nubifragio del 29 ottobre scorso. Domani ricorrono due mesi dal devastante evento meteorologico che ha distrutto parte della copertura della bellissima dimora dell’antica Stabiae (seppellita dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. insieme a Pompei ed Ercolano).
In Villa Comunale il sindaco di Castellammare di Stabia, Gaetano Cimmino, si sta molto adoperando per restituire agli stabiesi il simbolo della città: la Cassa Armonica.
Ma, intanto, uno dei più preziosi tesori di Castellammare di Stabia è in rovina e interdetto alle visite dei turisti. L’antica dimora patrizia, insieme a Villa San Marco, costituisce il patrimonio archeologico della città. Negli anni ha subito razzie e vandalismi da parte dei tombaroli e dei contadini che erano contrariati per gli scavi che venivano condotti nelle loro terre, al punto che gli stessi archeologi dei Borbone picconarono gli affreschi della Villa Arianna, per impedirne ulteriori trafugamenti. E poi venne di nuovo sotterrata. Fu riscoperta grazie agli scavi del preside Libero D’Orsi che vi lavorò negli anni ’50 facendone riapprezzare le bellezze.
La Soprintendenza archeologica di Pompei aveva progettato di rilanciare il sito “dimenticato”, affidando alle sale più belle una performance artistica di Lara Favaretto. L’inaugurazione dell’evento artistico si tenne tre giorni prima del nubifragio che ha colpito la Villa di Arianna. La mostra avrebbe dovuto chiudersi il 26 novembre... un mese dopo. Ma non si è saputo più nulla del materiale esposto, se quelle condizioni meteo estreme l’hanno danneggiato o se è stato trasportato altrove.
Di Villa Arianna si sa soltanto ciò che è scritto nel sito della Soprintendenza: “resterà chiusa per consentire la messa in sicurezza delle coperture dell’atrio, danneggiate dal forte vento e dal maltempo straordinario”. Non si hanno notizie né dell’entità del danno subito dalla villa antica né di eventuali progetti di rimessa in sicurezza delle sale danneggiate e tantomeno delle previsioni di riapertura al pubblico.
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