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07 Gennaio 2019 - 11:04
Operazione della Guardia di Finanza. Il locale formalmente di un prestanome ma ritenuto effettivamente di proprietà di Giovanni Cesarano
POMPEI. La Guardia di Finanza ha eseguito un decreto di sequestro ai sensi del Codice Antimafia emesso dal Tribunale di Napoli su proposta della Dda partenopea nei confronti di due società commerciali ubicate nel comune di Pompei, dal valore complessivo di 120mila euro. I militari della compagnia di Castellammare di Stabia hanno posto sotto sequestro due attività commerciali che, susseguendosi tra loro, gestivano un bar intestato formalmente a prestanome ma ritenuto effettivamente di proprietà di Giovanni Cesarano, pluripregiudicato appartenente al clan di Ponte Persica. Dalle indagini è emerso che l'attività commerciale, nel centro di Pompei a pochi passi dal Santuario mariano, sarebbe stata acquisita con proventi illeciti e veniva utilizzata come base operativa e logistica del clan Cesarano, non solo per i summit tra sodali, ma anche per la riscossione delle rate periodiche erogate dai commercianti della zona vittime di estorsione.Ulteriori accertamenti dei militari hanno consentito di accertare che Cesarano, nella consapevolezza di poter subire aggressioni patrimoniali, si era spogliato della titolarità dell'esercizio commerciale intestandolo a prestanomi, rappresentanti legali delle due società sottoposte a sequestro, al fine di eludere le disposizioni in materia di prevenzione patrimoniale. Nello specifico, il contratto di cessione del ramo d'azienda tra le due società era stato saldato mediante un assegno bancario mai posto all'incasso da parte della società cedente.
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