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Bambino intona canzone neomelodica impugnando una pistola, il video fa il giro del web

Bambino intona canzone neomelodica impugnando una pistola, il video fa il giro del web

Borrelli: occorre una serie riflessione sull’emarginazione e il disagio sociale che colpisce i piccoli delle periferie

NAPOLI. È diventato virale il video di un bimbo che canta una canzone neomelodica con una pistola. Un bambino di una decina d'anni, vestito di nero, con jeans strappati e sneaker griffate, al polso un orologio dorato, impugna una pistola vera e accenna una canzone neomelodica dedicata a qualcuno che è detenuto. Poi spara in aria. Il video ha riaperto il dibattito sulla necessità di sottrarre i minori a modelli di comportamento deviati, anche ricorrendo a sottrarre i figli alla patri potestà di elementi della criminalità organizzata. «Il video del bambino che si esibisce in una canzone neomelodica, brandendo una pistola e sparando un colpo in aria è sintomatico di un profondo disagio sociale». Il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e il conduttore de “La Radiazza” su Radio Marte, Gianni Simioli, stigmatizzano la clip che sta spopolando sui social in cui un minorenne viene ripreso mentre intona una canzone con una pistola tra le mani. «Il ragazzino del video avrà circa dieci anni. A quell’età – affermano Borrelli e Simioli - la sua coscienza sociale non è ancora formata. Assorbe i modelli imposti dagli adulti e cerca di replicarli per ottenere l’accettazione del contesto in cui vive. Per questa ragione bisogna intervenire al più presto per individuare eventuali profili di intervento dei servizi sociali». «Occorre una seria riflessione sull’emarginazione e il disagio sociale che colpisce i bambini delle periferie. Spesso il loro processo di crescita è influenzato da scene di violenza e sopraffazione. La dispersione scolastica contribuisce a creare schiere di manovali per la criminalità organizzata». «Per queste ragioni chiediamo da tempo la revoca della potestà genitoriale ai camorristi. Chi è affiliato alla criminalità organizzata non può possedere i rudimenti e la sensibilità per crescere un figlio secondo i canoni dell’educazione e della civiltà», concludono Borrelli e Simioli.

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