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07 Gennaio 2019 - 20:39
Tonnellate di pietrisco saranno "interrati e spianati". Ma residenti e ambientalisti si ribellano: non è materiale compatibile con i boschi della montagna
VICO EQUENSE. Saranno interrati i detriti della frana del Monte Faito, quell’ingente quantità di materiale che nel novembre 2017 si staccò dai lati della montagna occupando la carreggiata cosiddetta “ex Strada statale 269 del Monte Faito.
Il materiale fu rimosso dopo qualche mese, per riaprire la strada per i residenti e venne accumulato “temporaneamente” in un’area della montagna dove pi è stato dimenticato. Finché una vera e propria sollevazione degli abitanti del posto, appoggiati da alcuni ambientalisti e dal Wwf, ha portato all’attenzione degli Enti responsabili il problema della compatibilità di quei materiali con l’ambiente circostante. Una serie di fotografie, che testimonia gli scarti di cantieri edili e di altra natura che ignoti hanno mescolato a quei detriti nel corso dei mesi, ha richiesto un’indagine sulle attività illecite che si praticano all’ombra dei boschi del Faito. Finale: il 7 dicembre scorso, i vertici degli Enti hanno preso una decisione in merito: il pattume andrà nascosto sotto il tappeto.
Quel che fu il materiale residuo della frana e il carico di altri componenti promiscui diventerà il “terreno di riempimento” di un avvallamento che sarà poi livellato. «Si tratta di tonnellate di schifezze con materiali inquinanti sparsi dappertutto, mescolati al pietrame proveniente dalla frana - afferma con allarme Pino De Vivo, residente del Monte Faito - Ci sono resti di costruzioni edili, amianto, ferro vecchio, scaldini, ruote, legno, teloni di plastica e Dio solo sa cos’altro». La Conferenza dei Servizi, invece, forte di analisi effettuate presso centri privati, che attesta la compatibilità dei materiali depositati con l’ambiente circostante,, la pensa diversamente. All’interramento del tutto hanno dato l’ok: Antonio Malafronte, in rappresentanza del Genio civile e dell’Ente Parco regionale; l’assessore ai Lavori pubblici di Vico Equense, Gennaro Cinque; Fabrizia Giovinazzi, dirigente dell’Arpac; Giancarlo Sarno della Città Meropolitana. Assenti i rappresentanti del Demanio e il responsabile della Soprintendenza al Paesaggio di Napoli. I pareri dei presenti sono stati unanimemente favorevoli allo “spandere” e interrare tutto il materiale depositato per colmare l’area dove c’è una depressione naturale del terreno. Se qualcuno - residenti del Monte Faito, associazioni ambientalisti o di altra natura - ritiene che esistano sono ragioni per impedirlo, potrà ricorrere presso il Tribunale e tentare di bloccare tutto.
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