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22 Gennaio 2019 - 15:09
La Commissione elettorale scioglie la riserva. Lunedì alle urne fino a sabato
NAPOLI. Il presidente della Commissione elettorale per il rinnovo dell’Ordine degli avvocati di Napoli ha sciolto la riserva a ora di pranzo. Sono 106 i candidati al Consiglio e tra loro ci sono anche i cinque che erano ritenuti non candidali ed eleggibili perché avevano ricoperto per due anni consecutivi la carica di consigliere. Maurizio Bianco (nella foto), presidente uscente, Armando Rossi, suo maggiore competitor, Roberto Fiore, Vincenzo Pecorella e Salvatore Impradice, potranno essere votati dall’‘esercito’ dei 14mila aventi diritto al voto che sono chiamati alle urne da lunedì prossimo, fino a sabato, nella sala Arengario del Tribunale di Napoli dalle 9 alle 13, per scegliere i nuovi 25 consiglieri dell’Ordine partenopeo, tra i più ‘affollati’ e importanti d’Italia. Le elezioni sono però animate da forti polemiche dopo la decisione delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che prima di Natale aveva stabilito in una sentenza che chiunque avesse espletato per due anni consecutivi la carica di consigliere all’Ordine non poteva candidarsi. Questa decisione fu una doccia fredda per tutti gli avvocati che si erano presentati per i rinnovi delle cariche consiliari. Non solo a Napoli, ma in ogni Foro d’Italia. La settimana successiva intervenne poi il ministro Alfonso Bonafede, con un decreto legge urgente sollecitato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega che potesse mettere la parola fine all’annosa questione. Così il ministro ha stabilito che la legge va interpretata come l’aveva espressa la Cassazione, e non considerare per i due mandanti quando uno di questi aveva una durata inferiore ai 2 anni, come nel caso di Napoli. Ma il punto dibattuto è proprio questo, perché anche se l’Ordine del Foro di Napoli è durato in carica solo un anno, questo è stato stabilito per legge.
Passiamo adesso ai numeri. Ogni singolo avvocato potrà esprime al massimo 16 preferenze con il cosiddetto “vincolo di genere”. Se si votano dieci uomini, sei dovranno essere donne o viceversa. Sono 108 i candidati e sei la maggiori liste. C’è quella di Maurizio Bianco, il presidente uscente, che si chiama “Unita è responsabilità”. Quella del maggiore competitor, Maurizio Rossi con il “Avvocati Evoluzione Forense”. La lista di Antonio Tafuri, anch’egli al centro delle polemiche perché ritenuto da Rossi e Bianco incandidabile al pari di tutti quelli finiti nel “mirino” del dibattito, con la lista “Insieme per l’avvocatura”. poi c’è Titti Troianiello “leader“ della lista “Coesione Forense”, i “Nad” con Giuseppe Scarpa e poi una serie di “indipendenti” che corrono senza liste a loro supporto. La votazione costerà circa 50mila euro e questi soldi saranno detratti dalle quote versati dagli iscritti all’Ordine. In 25 comporranno il Consiglio, al cui interno sarà nominato un presidente, un segretario e un tesoriere.
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