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29 Gennaio 2019 - 12:58
Il patrigno crolla nella notte e confessa: «Ma non l'ho colpito con la scopa». È giallo sull'occhio nero con cui il piccolo Giuseppe andò un giorno a scuola
di Luigi Sannino
NAPOLI. «È stato un momento di follia. Ho perso la testa quando mi sono accorto che i due bambini avevano rotto la sponda del letto matrimoniale, appena comprato con tanti sacrifici. Li ho presi a schiaffi e pugni, ma non ho usato la scopa: soltanto le mani». Erano le tre, nella notte tra domenica e lunedì, quando in questura Tony Badre Essobti è crollato. Il 24enne nato ad Acerra da madre italiana e padre marocchino, ha capito che il pubblico ministero e i poliziotti non gli credevano. La tesi della caduta accidentale per le scale dei figli della compagna, uno morto e l’altra finita in ospedale, non reggeva e gli indizi a suo carico cominciavano a essere consistenti. Allora si è arreso, confessando: «Sono stato io a picchiarli, Vale (Valentina Casa) era in un’altra stanza in quel momento. Ma non volevo e non credevo di fare così male a Giuseppe e Noemi. Tiriamo la carretta e ogni euro che entra in casa è un sospiro di sollievo. Non c’ho visto più quando mi sono accorto del letto rotto».
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