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La foto di Sophia è troppo osè e il parroco chiede di torglierla

La foto di Sophia è troppo osè e il parroco chiede di torglierla

San Domenico Maggiore. La foto di Sophia è troopo osè e il parroco chiede di torglierla

NAPOLI. L’ombra della censura si abbatte su uno dei décolléte più celebri del cinema internazionale. A denunciare il singolare episodio è Alan De Luca, noto volto della comicità partenopea e, nella fattispecie, autore dello spettacolo “La femme napulitane”. Per la cui promozione ha scelto la sensualità eterna della splendida Sophia Loren. Una strategia di comunicazione che a qualcuno non è proprio andata giù. Non appena il 55enne artista ha affisso la locandina in questione all’ingresso del complesso di San Domenico Maggiore - location scelta per ospitare l’evento - si è ritrovato, suo malgrado, a dover fare i conti con le escendescenze del parroco. Che non avrebbe per nulla gradito quelle forme un po’ troppo in vista.

SENO AL BANDO. È lo stesso De Luca a ripercorrere le tappe di quest’incidente di percorso: «Il priore - racconta con amarezza - ha ritenuto osceno il manifesto e pertanto mi ha intimato, per vie traverse, di rimuoverlo immediatamente». Il religioso decide infatti di inviare «due lettere, una al Comune e un’altra alla Curia, affermando che quell’immagine è offensiva per la moralità dei buoni cristiani che vivono nel centro storico». De Luca non si perde però d’animo e, a fronte dell’impossibilità di aprire un dialogo con il parrocco, provvede a mettere in scena la sua personalissima autocensura: un articolo del “Roma” affisso esattamente in corrispondenza del “corpo del reato”. «Mi dispiace - prosegue l'attore - che si sia arrivati a questo punto, soprattutto alla luce del fatto che si tratta di un semplice spettacolo comico, non certo a sfondo sessuale. Il parroco ha chiesto tra l’altro di conoscere persino i testi della rappresentazione. Un’ingerenza di cui non capisco l’utilità, dal momento che l’evento è semplicemente dedicato alla rappresentazione della donna napoletana dal Novecento ad oggi». Lo spettacolo, per la cronaca, è inserito nel cartellone della storica rassegna promossa da Palazzo San Giacomo “Estate a Napoli”.

PROVE DI DIALOGO. Non appena la notizia del presunto tentativo di censura ha preso piede, tra i corridoi di piazza Municipio la tensione è salita alle stelle. Il rischio, stando ad alcune indiscrezioni, è che, qualora i Domenicani dovessero decidere di mettersi di traverso, l’intera manifestazione patrocinata dal Comune rischierebbe di andare in tilt. Uno scenario nefasto che spinge l’assessore alla Cultura Nino Daniele a gettare subito acqua sul fuoco: «Partiamo da un presupposto - avverte - Nel complesso di San Domenico siamo comunque ospiti. Questo vuol dire che in qualche modo dobbiamo pur tener conto delle esigenze dei religiosi. Ciò non toglie che la lettera di censura, che non ho però ancora avuto modo di leggere, sia un’iniziativa inaccettabile e il manifesto, dal canto suo, è perfettamente compatibile con il decoro richiesto dal luogo. Per quanto mi riguarda mi attiverò a stretto giro per ottenere un chiarimento tra le parti».

TRISTE PASSATO. A dare voce alle pressioni subite da Alan De Luca era stato in mattinata il consigliere della II Municipalità Pino De Stasio: «Questo tentativo di censura mi sconcerta - ribadisce il delegato al Centro storico - Eppure parliamo di uno spazio da anni dedito alla cultura e agli spettacoli. La Loren è un'attrice che nell'ambito del cinema italiano ha fatto sempre film di estremo interesse socioculturale e questo scontro mi ricorda purtroppo quanto è avvenuto dieci anni fa nel cortile di Santa Chiara, quando i frati Minori fecero di tutto per impedirci la proiezione del film “Un anno di tredici lune”. Il chiostro di San Somenico è un bene comunale, non della curia. Guai a dare adito a pericolosi ritorni al passato».

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