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14 Maggio 2019 - 12:22
NAPOLI. L’inchiesta sul Far West di piazza Nazionale costato quasi la vita alla piccola Noemi arriva a un punto di svolta. L’indagine condotta a tempo record da polizia e carabinieri supera lo scoglio dell’udienza di convalida, con il gip che ha confermato l’arresto dei fratelli Armando e Antonio Del Re. Le novità non sono però finite qui, anzi sarebbero soltanto all’inizio. Dall’ordinanza di custodia cautelare relativa al procedimento del secondogenito del ras secondiglianese Vincenzo “”a pacchiana” emerge un inedito retroscena che consente di inquadrare finalmente con precisione il movente del tremendo raid. La spedizione armata del 3 maggio scorso sarebbe infatti il frutto avvelenato del precedente pestaggio subito da Stanislao Marigliano, figlio del boss di San Giovanni a Teduccio Antonio. E a mettere a segno quell’aggressione sarebbe stato Salvatore Nurcaro, l’obiettivo designato dell’agguato.
Tornando alle sorti giudiziarie dei fratelli Del Re, il gip del Tribunale di Siena ha emesso il provvedimento di convalida a carico di Armando, il 29enne accusato di triplice tentato omicidio, tra cui quello della piccola Noemi. Confermato il carcere anche per Antonio Del Re. In questo caso a pronunciarsi è stato il gip di Nola Daniela Critelli, che ha convalidato il provvedimento di fermo emesso dai pm antimafia di Napoli nei confronti del 18enne accusato di avere premeditato il tentato omicidio di Salvatore Nurcaro. Il giudice, ravvisando una lunga serie di gravi elementi indiziari, ha dunque disposto la custodia in carcere del giovane indagato. Dopo di che, affermando la propria incompetenza territoriale, ha trasmesso gli atti a gip del Tribunale di Napoli. Armando Del Re, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, è difeso dall’avvocato Claudio Davino; Antonio Del Re, inquadrato come lo “staffettista”, da Leopoldo Perone e Antonietta Genovino.
Importanti novità investigative arrivano però anche dalla ricostruzione del possibile movente dell’agguato. Grazie a una fonte confidenziale gli “007” hanno infatti appreso del pestaggio perpetrato da Salvatore Nurcaro ai danni di Stanislao Marigliano, figlio del ras del clan Formicola Antonio: l’inedito retroscena viene riportato nell’ordinanza di convalida che ieri pomeriggio è stata spiccata a carico del 18enne Antonio Del Re. Stando così le cose, esisterebbe dunque un collegamento tra i due eventi: l’aggressione subita dal rampollo della “mala” di via Taverna del Ferro e il raid di piazza Nazionale. Marigliano junior, come accertato in seguito dalle forze dell’ordine, il 16 aprile scorso era effettivamente finito all’ospedale San Giovanni Bosco con una lunga serie di traumi compatibili con una rissa. Lo stesso Armando Del Re, nonostante le origini secondiglianesi, viene inquadrato dagli investigatori come una figura molto vicina al boss Antonio Marigliano “’o silano”. A questo punto è però doveroso fare una precisazione: se da un lato è vero che gli inquirenti vedono un possibile nesso tra il pestaggio e il successivo agguato, dall’altro non c’è alcun passaggio dell’ordinanza in cui Marigliano senior venga individuato come il mandante della sparatoria. Tuttavia, come ricorda il gip Critelli, «Antonio Marigliano e il figlio Stanislao sono tuttora coinvolti nel traffico di sostanze stupefacenti insieme ad Armando e Antonio Del Re». Tradotto, alla base di quel pomeriggio di puro Far West ci sarebbe l’ennesimo regolamento di conti tra clan scaturito dalla guerra per la vendita di droga.
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