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17 Maggio 2019 - 19:36
NAPOLI. “False mozzarelle" italiane addio. Verificare che quella di bufala (e non) sia di latte 100% “made in Italy" sarà presto possibile. Grazie a un test in grado di scoprire la presenza di latte importato in un prodotto che dovrebbe, invece, essere derivato da materie prime italiane, come appunto la mozzarella di bufala campana Dop. A mettere a punto le basi per la realizzazione del test i ricercatori dell'Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ispaam) di Napoli. Lo studio, pubblicato su “Food Chemistry", attraverso l'analisi proteomica delle caseine ha permesso di riconoscere dei marcatori molecolari indicatori della presenza di latte e/o cagliata di bufala di provenienza straniera, miscelati con latte prodotto in Italia. Questa scoperta, quindi, consentirà di realizzare test di routine veloci ed economici per individuare eventuali adulterazioni di latte e formaggi da bufala campana con materie prime provenienti al di fuori dell'area di produzione. «Il latte delle nostre bufale ha caratteristiche genetiche che lo differenziano da quello proveniente da altri paesi. Grazie a questo studio si potrà finalmente avere certezze sulla provenienza della tanto apprezzata mozzarella di bufala Campana Dop», afferma Simonetta Caira, ricercatrice Cnr-Ispaam e coordinatrice dello studio.
IL METODO. «La metodica analitica messa a punto - spiega ancora la ricercatrice - potrà essere applicata sia sul latte o cagliata in arrivo al caseificio sia sul prodotto finale presente sui banchi del supermercato. In tal modo si potrà garantire la qualità e la genuinità delle merci lungo tutta la filiera di produzione». Questo lavoro si inserisce nella più ampia attività dell'istituto Cnr nell'ambito dell'applicazione di approcci proteomici alle produzioni agroalimentari. «Il Cnr-Ispaam partecipa alla nuova infrastruttura di ricerca europea per il settore Health & Food denominata Metrofood (Infrastructure for promoting Metrology in Food and Nutrition)», conclude Andrea Scaloni, direttore facente funzione del Cnr-Ispaam. 1Lo scopo è quello di sviluppare tecnologie e servizi metrologici nel settore agroalimentare per garantire il valore della filiera produttiva, la sicurezza-qualità-tracciabilità-autenticità delle produzioni e, conseguentemente, contribuire allo sviluppo sostenibile dei territori di produzione e alla salute dei consumatori».
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