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17 Maggio 2019 - 20:06
NAPOLI. Una lite tra giovanissimi sarebbe sfociata nel pestaggio del 16 aprile scorso alla base del tentato omicidio di Salvatore Nurcaro, che stava costando la vita anche alla piccola Noemi. Ecco il retroscena del possibile movente dell’agguato di piazza Nazionale, ricostruito grazie a un’intercettazione ambientale in cui parla il padre del ferito. Emergerebbe che il figlio di quest’ultimo e il figlio di Antonio Marigliano sarebbero venuti alle mani due settimane prima, creando le condizioni della vendetta secondo gli inquirenti. Non quindi una guerra tra i Formicola e i Reale né un coinvolgimento dei D’Amico-“Gennarella”, ma un contrasto per soldi che la vittima doveva restituire, esasperato poi dal diverbio tra i due rampolli.
Ecco le frasi di Mario Nurcaro, pronunciate la sera stessa del tentato omicidio del figlio, soprannominato “Cacciuottolo”. Appare molto preoccupato e cerca di ragionare per capire il movente dell’agguato: «Sto mettendo le cose a fuoco», dice. «Hai capito Franchetiell’ ’o frat’ perchè poi è successo il bordello pure già una settimana... due settimane fa lì fuori, dice che si litigarono il figlio di Antonio ’o Silano con il figlio di Tore e quell’altro infame... quell’altro infame del parente nostro, dice che... quell’altro infame andò dietro la “cappella”, lo sai cosa disse vicino a mio figlio? Disse “il problema sei tu... vicino a mio figlio! Vicino a mio figlio! Com’è... hai capito che dico io? Adesso sto mettendo un pò le cose a fuoco, ecco, adesso tu... bandone, questi ha litigato col Silano e tu hai detto “tal a via passa” mio figlio ha visto a questo ed ha detto “tal a via passa” adesso dobbiamo vedere solo, spero solo sull’anima di mio fratello che Gesù Cristo, la prima cosa, fa salvare mio figlio».
Con un altro amico il padre di Nurcaro va ancora più a fondo nelle valutazioni: «Poi ci sono un sacco di coincidenze... quello andò dietro alla cappella, si litigò con il figlio di... e quello il figlio di Stanislao là si litigarono tutti e due, bello e buono... questo va dietro alla cappella hai capito il problema non sono questi qua, sei tu... allora mò che mi state facendo capire, per esempio che ’o silano può fare qualcosa a mio figlio? Per mezzo che vi deve dare i soldi? Non sto capendo niente, sono confuso».
È doveroso precisare che nell’inchiesta che ha portato in carcere Armando Del Re, ritenuto l’esecutore materiale dell’agguato, e il fratello Antonio, complice, non è indagato nessun altro soggetto, tomeno quelli fin qui citati. Manca quindi il mandante, ammesso che esista e che non si sia trattato di un “semplice” regolamento di conti. “’A pacchiana”, infatti, per ammissione di uno stretto congiunto di Salvatore Nurcaro, era creditore nei confronti di “Cacciuttolo”. Ecco perché le dichiarazioni rese della fonte confidenziale che ha riferito del pestaggio come causa scatenate hanno valore esclusivamente di indizio e necessitano di ulteriori prove, soprattutto nell’ottica di dover sostenere in futuro l’accusa in sede dibattimantale, che gli investigatori della “Omicidi” della Squadra mobile della Questura di Napoli ritengono di aver trovato con l’analisi dei numerosi passaggi delle motociclette e le immagini estrapolate dai video registrati dalle telecamere presenti intorno alla zona di piazza Nazionale.
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