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19 Maggio 2019 - 13:37
NAPOLI. L’ultimo ras del Vomero salda il proprio debito con la giustizia e la scarcerazione si fa sempre più vicina. Fine pena per Luigi Cimmino, una condanna per camorra e tentata estorsione, e quasi undici anni di reclusione ormai del tutto scontati. Il 58enne rimane per il momento ancora detenuto ma con la sola misura di sicurezza della casa lavoro. Così ha infatti deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano che, dichiarando ad oggi non cessata la pericolosità sociale del ras, ha allontanato la spettro di un suo ritorno a piede libero. Ma a conti fatti potrebbe essere soltanto questione di tempo. L’ordinanza firmata dal giudice Simone Luerti avrà infatti una durata di appena due anni. Quello di Luigi Cimmino è un volto purtroppo ben noto negli ambienti della “mala” napoletana. Secondo gli inquirenti della Dda, il 58enne è stato per anni al vertice del “sistema” che ha tenuto sotto scacco i quartieri Vomero e Arenellla. Un regno fondato, in primis, sull’imposizione di estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti. Proprio per questo motivo la Procura aveva in passato invocato per lui una condanna a ben 19 anni di reclusione. L’esito processuale è stato però ben al di sotto delle aspettative della pubblica accusa. Ne primo grado celebrato con il rito abbreviato Cimmino se la cava infatti con 7 anni di carcere, poi ridotti nel dicembre 2017 a 3 anni e 6 mesi in appello grazie al vincolo della continuazione con le precedenti condanne. In particolare, grazie alla linea portata avanti dal suo difensore, l’avvocato Dario Vannetiello, il presunto ras era riuscito a ottenere l’assoluzione da un’accusa di estorsione e l’esclusione dell’aggravante del metodo mafioso in riferimento a una vicenda di false certificazioni mediche alle quali aveva fatto ricorso per tornare a Napoli da Frosinone durante un periodo nel quale aveva ottenuto la libertà vigilata. Sta di fatto che Cimmino ha ormai saldato il proprio debito con la giustizia e per lui, dopo quasi undici anni trascorsi dietro le sbarre, è arrivato il momento dell’agognato fine pena. La legge prevede però che nei casi come il suo, cioè quando si è trascorsa una lunga detenzione al regime del 41 bis, il ritorno a piede libero non può essere automatico. In sostanza il Tribunale di Sorveglianza deve prima riscon trarne la cessata pericolosità sociale. Ed è proprio su questo punto che per il 58enne ras è arrivata l’inattesa doccia fredda. Alla luce di una serie di informative inviate dalla polizia giudiziaria alla Direzione distrettuale antimafia e alla Direziona nazionale antimafia, il giudice Luerti ha deciso di dichiarare eseguibile la misura di sicurezza della casa lavoro per la durata di due anni. Luigi Cimmino resterà dunque ancora per qualche tempo nella casa circondariale di Tolmezzo, al confine con l’Austria e ben lontano da Napoli. Ma anche qui la partita giudiziaria potrebbe non essere del tutto chiusa. Con provvedimento risalente a pochi mesi fa, infatti, il 58enne è stato dichiarato inabile al lavoro, motivo per il quale l’avvocato Vannetiello si appresta adesso a presentare reclamo contro l’ordinanza emessa lunedì scorso. Al netto delle parziali assoluzioni ottenute in questi anni, quello del “padrino” vomerese resta però un profilo criminale di notevole spessore. In caso di suo, più o meno prossimo, ritorno in libertà le fibrillazioni criminali nella zona collinare del capoluogo potrebbero dunque tornare a farsi più frequenti e preoccupanti che mai.
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