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«Nostra nipote è stata miracolata. Noi vogliamo rimanere a Napoli, i cattivi devono andarsene via»

«Nostra nipote è stata miracolata. Noi vogliamo rimanere a Napoli, i cattivi devono andarsene via»

NAPOLI. «Sto meglio fisicamente, psicologicamente no. Ma vorrei ringraziare il personale del Santobono, perché medici e infermieri sono stati straordinari. Mia nipote è un miracolo vivente e poi hanno fatto anche le medicazioni a me. Napoli è stata straordinaria. Noi non vogliamo andare via di qui. Sono i cattivi che devono lasciare questa città». Immacolata Molino, la nonna di Noemi, la bimba di quattro anni ferita il 3 maggio scorso da un proiettile vagante in piazza Nazionale durante un raid malavitoso, ripercorre i momenti. Accanto a lei il marito Alessandro Esposito, l’avvocato Angelo Pisani e il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli.

IL RICORDO DEL DRAMMA. «Stavamo camminando io, mia nipote, che stava mangiando le patatine, e mio marito. All’improvviso ho sentito uno sparo. Mi sono girata ho visto un uomo che stava sparando all’impazzata, ha esaurito tutto il caricatore. Quando ho visto tutto ciò, istintivamente mi sono girata per coprire mia nipote. All’inizio non avevo capito cosa stesse accadendo. Ho detto solo “Dio salvaci”» dice la donna. «Pensavamo fossero fuochi d’artificio - racconta il nonno della piccola -, poi abbiamo realizzato cosa stesse accadendo ma ci siamo trovati in mezzo alla sparatoria. Mi sono accorto che mia moglie era piena di sangue qua (indica il fianco ndr). L’autoambulanza c’era ma il personale mi ha detto che dovevano soccorrere prima l’uomo che era a terra. Che Noemi fosse stata colpita non ce n’eravamo accorti, nemmeno mia figlia. Dopo venti minuti, nel bar dove si erano riparate ha visto che mia nipote era sbiancata. Così le ha tolto il giubbino e si accorta del foro». Alessandro aggiunge: «Non sapevamo che fosse stata colpita anche Noemi, l’ho appreso quando ho chiamato mia figlia dall’ospedale San Giovanni Bosco dove era mia moglie. Mi è stato detto che era stata colpita alla spalla e mi sono tranquillizzato». Immacolata riprende il racconto: «Io sentivo che qualcosa non andava bene, quando ho sentito che era stata sfiorata non ho capito più niente e ho chiesto a mio marito di portarmi da Noemi. Quando siamo arrivati al Santobono era già in sala operatoria». La nonna di Noemi aggiunge: «I genitori ancora devono realizzare quanto accaduto perché sono stati assorbiti dalla situazione della bimba. Quando sarà tutto alle spalle ringrazieranno anche loro tutti perché abbiamo avuto dimostrazioni di solidarietà incredibili da ogni parte d’Italia e del mondo, ci sono arrivati messaggi dai luoghi più inaspettati. E da questo abbiamo tratto una forza indescrivibile. Perché all’inizio ci si sente soli, poi arriva così tanta solidarietà che ti fa sentire bene. Mi ha commosso tantissimo anche la veglia di preghiera, qualcosa di incredibile». 

LA SOLIDARIETÀ. E ancora: «Tutte le visite ci hanno fatto piacere, in particolare quella del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha detto che ci aspetta appena Noemi starà bene. Così come il Papa, come ci ha spiegato anche il cardinale Crescenzio Sepe con il quale sono entrata il primo giorno che ho visto mia nipote dopo quanto era accaduto». Immacolata si scioglie, come è naturale, quando parla della sua piccola che considera «una figlia. È dolcissima. Cosa mi ha detto? Beh, non riesce a parlare ancora troppo ma “nonna ti amo” e “nonna mia” me lo ha detto. Perché quando sta con me è serena, la faccio sentire tranquilla». Quella tranquillità che adesso Immacolata e Noemi e tutti i familiari vogliono recuperare: «Lo spero, perché adesso non posso più fare quei piccoli lavoretti che avevo. Ho paura di uscire per strada, di camminare. Mi guardo sempre intorno. Già ho fatto un notevole sforzo per venire qui e parlare...». 

LA RICHIESTA ALLO STATO. Nessuna parola per chi ha sparato in quel maledetto venerdì pomeriggio: «Non ci penso proprio, spero solo che la condanna sia esemplare. A me interessa solo di mia nipote Noemi, spero che al più presto torni a casa. Del resto si occuperà lo Stato. Mi aspetto la massima pena perché sembrava il far west». Il governatore Vincenzo De Luca ha accostato, pochi giorni dopo l’accaduto, Napoli all’Afghanistan. «La situazione è senza dubbio difficile - è la risposta di Immacolata -. Ma noi vogliamo rimanere qui, sono i cattivi che devono andare via. Noi amiamo la nostra città e i napoletani, che hanno dimostrato di esserci vicini e che ringrazieremo tutti insieme appena possibile». Come si possa dare una spallata forte alla criminalità, la nonna di Noemi lo indica senza indugi: «Dobbiamo essere tutti uniti, lo Stato non deve abbassare la guardia. Solo così possiamo sconfiggere la delinquenza. Ci vogliono leggi severe e maggiore presenze di forze dell’ordine. Per evitare che ad altri possa capitare quello che è accaduto a noi». 

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