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21 Maggio 2019 - 13:58
Da Ferrara, sul Po, ad Agrigento sul fiume Platani, si adotta la soluzione più semplice per bloccare la plastica. Ma a Castellammare di Stabia, dove l'impianto già c'è, non viene usato
di Rosa Benigno
CASTELLAMMARE DI STABIA. Ciò che non si è capaci di fare alla foce del fiume Sarno, a Castellammare di Stabia, sarà presto realizzato sul fiume Platani, a Ribera, provincia di Agrigento. Nel profondo Sud dell’Italia, proprio come è stato già realizzato a Ferrara: al Nord. Il “progetto Halykòs”, di Prevenzione Ambientale e Valorizzazione della Foce del fiume Platani, prevede l’installazione di una barriera mobile, come quella rimossa dal fiume Sarno. Ad Agrigento se ne è fatta promotrice l’associazione ambientalista Marevivo Onlus e sarà realizzata con il sostegno della Fondazione “Con il Sud-Bando Ambiente 2018”. A occuparsi della installazione sarà la società Castalia Operations S.r.l. per intercettare i rifiuti presenti nelle acque fluviali e procedere al loro recupero.
DAL NORD AL SUD La barriera antiplastica della Castalia è già stata sperimentata a Ferrara, lungo il fiume Po (il Roma ne diede notizia mesi fa, ndr) con l’obiettivo di capire la funzionalità della metodologia e la sua capacità di prevenire l’inquinamento marino, agendo a monte del problema. Il progetto di Marevivo prevede una campagna di sensibilizzazione in tutti i Comuni attraversati dal fiume, coinvolgendo le scuole e tutti i portatori d’interesse locali.
LA GRIGLIA DEL SARNO Dunque, a Ferrara, e in provincia di Agrigento, al problema dei macroinquinanti dei fiumi Po e Platani si risponde con la “griglia alla foce”, che al confine tra Castellammare di Stabia e Torre Annunziata è un impianto già sperimentato. Mache è stato rimosso perché la Regione Campania non si fa carico dei rifiuti che arrivano a mare, trascinati dagli affluenti o immessi direttamente nel fiume Sarno dall’entroterra Irpino e dell’Agro-nocerino. Tuttavia, si continua ad alimentare la falsa illusione che qualcosa per disinquinare il fiume più inquinato d’Europa si farà.
FACIMM’ AMMUINA Il prossimo 7 giugno, infatti, una bella manifestazione in strada, con 64 istituti scolastici e circa 4mila studenti di vari Comuni bagnati dal Sarno, farà parlare tutti i media. Non si conteranno i video, i selfie e gli articoli di giornale... Tanto rumore e poi nulla. Certo, meglio una corsa podistica che il silenzio assoluto sul problema. Ma, da sempre, sul fiume Sarno si fanno solo “tavoli istituzionali” e tanti progetti. Molti soldi sono stati spesi (inghiottiti da imprese che non hanno prodotto il disinquinamento). E, di recente, anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ha fatto la sua passerella sulla foce del Sarno avviando una nuova interminabile procedura burocratica per far vedere che si sta occupando del problema. Ci sono voluti mesi per vedere tutti i sindaci dell’area da disinquinare convocati a Roma. È stato programmato un “masterplan per la bonifica del fiume” sono stati nominati i responsabili del procedimento (che non è un progetto, ma un progetto per fare un altro progetto) e - per il resto - tutto tace.
LA GRIGLIA È PER CAPRI Ma, tranquilli tutti, dopo la manifestazione del 7 giugno, la griglia sarà riposizionata alla foce del Sarno, perché bisogna garantire - come è stato stabilito da 5 anni a questa parte - che, in estate, il mare blu di Capri non venga sporcato dai residui di lavorazione dei pomodori delle industrie dell’Agro-Nocerino. E allora, qualche stolto griderà di averla avuta vinta. E che grazie alla mobilitazione cittadina e studentesca, il governo sensibilissimo giallo-verde ha messo finalmente mano alla soluzione del disinquinamento del fiume Sarno.
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