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Pensionati truffati, la Uil accusa i Caf

Pensionati truffati, la Uil accusa i Caf

La segretaria regionale Anna Rea chiama in causa i centri di assistenza fiscale per i numerosi caasi di false tessere sindacali


Napoli. Luci e ombre su un fenomeno di cui nessuno sembra al momento conoscere l’effettiva portata. Neppure i diretti interessati. Anna Rea (nella foto) prova però a gettare acqua sul fuoco: «È vero - ammette il segretario generale della Uil Campania - ad oggi manca un dato che attesti l’effettiva portata del fenomeno. Ma su un aspetto non ho alcun dubbio, siamo davanti a isolati incidenti di percorso».
Insomma, la Rea ne è certa. Le denunce raccolte dal “Roma” non sarebbero sintomatiche di una «prassi strutturale». La numero uno regionale della Uil sembra avere invece le idee piuttosto chiare su quali aree siano passibili - a voler usare un eufemismo - di miglioramenti: «Ancora oggi - spiega - i traffichini purtroppo non mancano. Sopratto all’interno di alcuni patronati. Non è un caso che molti di questi nascano e muoiano nel giro di poche settimane. Fortunamente, almeno da questo punto di vista, la riforma della pubblica amministrazione sta provando a mettere i primi paletti». E, a proposito di paletti, la Rea stabilisce subito i propri: «La Uil invita, sì, i neopensionati a iscriversi all’organizzazione, ma in nessun caso si tratta di un’imposizione».
Alle operazioni “opache” effettuate da una frangia di colletti bianchi infedeli va poi ad aggiungersi il recente proliferare della digitalizzazione dei documenti. Un dettaglio non proprio trascurabile. Soprattutto per i tanti pensionati che, pur di riuscire a consultare il proprio cedolino mensile, sono adesso costretti a districarsi tra attese agli sportelli Inps, codici pin e ostiche schermate web: «L’informatizzazione - precisa la Rea - resta uno strumento importante, ma la modalità con cui è stata attuata ha di fatto tagliato fuori molti cittadini dall’accesso ai propri diritti. Sarebbe servita più gradualità, questo è il punto nodale». Il segretario regionale della Uil non rinuncia poi a un’ultima stilettata circa gli scenari futuri: «Con la riorganizzazione dell’Inps, sono di fatto venute meno gran parte delle interfacce territoriali. Una circostanza grave, soprattutto alla luce del fatto che l’Istituto nasce e vive grazie alle risorse date dai contribuenti e dai datori di lavoro. La prossima scommessa sarà adesso quella dell’Inps Metropolitana. Vedremo cosa succederà. Certo, fino ad oggi non abbiamo ancora ricevuto da parte della dirigenza le aperture che ci saremmo aspettati».

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