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Flash mob ai Pellegrini contro la camorra

Flash mob ai Pellegrini contro la camorra

NAPOLI. «Disarmiamo la camorra e continuiamo a lavorare, si dice di solito “a testa bassa", io invece vi dico continuiamo a lavorare tutti insieme “a testa alta" continuando a onorare il nostro slogan: al lavoro per garantire salute». Così Ciro Verdoliva, commissario straordinario dell'Asl Napoli 1 Centro, tra i promotori del flash mob contro gli ultimi episodi di violenza, che si è svolto questa mattina davanti l'ospedale Vecchio Pellegrini a Napoli nel cui cortile lo scorso 16 maggio c'è stata una sparatoria. «Facciamo in modo che quei fori siano un monito che possa spronare la nostra volontà, facciamo che i colpi esplosi dieci giorni fa siano una sveglia per le nostre coscienze - ha aggiungo Verdoliva - La battaglia di civiltà che stamattina parte simbolicamente dal Pellegrini, ma che in contemporanea si leva da tutti i presidi dell'Asl Napoli 1 Centro e - sento di poter dire - non solo dai nostri, è una battaglia che riguarda tutti. Nessuno escluso». 

ANAAO. «Pene severe per chi aggredisce un medico. In questi casi bisognerebbe procedere con il daspo, come si fa negli stadi. Chi aggredisce un medico lede anche il diritto alla salute degli altri cittadini». È la provocazione lanciata da Vincenzo Bencivenga, segretario regionale Campania dell'Anaao Assomed, in occasione del flash mob questa mattina all'ospedale Pellegrini di Napoli per manifestare contro gli ultimi episodi di violenza. Il sindacato dei medici e dirigenti del Ssn ha lanciato anche sei richieste: 1) immediato potenziamento della sicurezza all'interno degli ospedali e nelle immediate vicinanze territoriali, competenza dei Prefetti e dei sindaci; 2) immediata attivazione di efficienti sistemi di controllo degli accessi agli ingressi degli ospedali, competenza dei direttori generali; 3) immediata e certa denuncia all'Autorità giudiziaria da parte dei Direttori Generali contro chi si rende responsabile di danneggiamento o violenza sulle cose e sulle persone. E ancora: 4) monitoraggio semestrale, da parte dei Prefetti, dei sistemi di sicurezza messi in essere dai direttori generali, attraverso la costituzione di un Tavolo permanente; 5) elaborazione di una norma che, oltre al risarcimento dei danni materiali e fisici alle persone, preveda sanzioni penali dure e processi per direttissima con pena certa a carico dei danneggianti; 6) chiusura immediata dei presidi di Pronto soccorso che non rispondono ai requisiti infrastrutturali riguardanti l'organizzazione del triage e l'esistenza di validi e riconosciuti sistemi di controllo. 

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