NAPOLI. Neppure la recentissima condanna a dodici anni di reclusione è bastata ad assicurarne la permanenza in carcere. Salvatore Di Lauro, indicato dai pm come l’ultimo reggente della cosca secondiglianese dopo la fine della latitanza del fratello Marco, lascia l’istituto di pena nel quale si trovava ristretto per andare ai ben più miti arresti domiciliari. Il sesto figlio del boss “Ciruzzo ’o milionario” era detenuto dall’estate del 2019, quando venne arrestato - per la quarta volta nella sua carriera criminale - con l’accusa di associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti. L’iter giudiziario scaturito dall’ultima inchiesta che l’ha visto protagonista insieme al fratello Marco è stato tutt’altro che avaro di colpi di scena: la “sorprese” sono state però sfavorevoli alla pubblica accusa.

Nel corso del rito abbreviato, infatti, la figura di Salvatore “’o terremoto” è stata parzialmente ridimensionata rispetto a quanto in precedenza prospettato da intercettazioni e collaboratori di giustizia. In particolare, è emerso che il rampollo della storica cosca di Cupa dell’Arco non avrebbe ricoperto all’interno del clan un ruolo verticistico, bensì di mero affiliato. Da qui la decisione del giudice di primo grado di infliggergli una condanna a 12 anni di reclusione: ben otto in meno rispetto a quanto richiesto dalla Procura. Incassato il verdetto nel di cembre scorso, la difesa di Salvatore Di Lauro si è dunque messa al lavoro per ottenerne la scarcerazione. Il nuovo colpo di scena non si è fatto attendere e ha preso forma poche settimane fa, quando il gip ha deciso di accogliere l’istanza e, ritenendo che le esigenze di custodia cautelare si fossero ormai attenuate, ha concesso al 33enne ras “F6” il beneficio degli arresti domiciliari. Per il momento il rampollo dei Di Lauro non farà però rientro a Napoli, ma dovrà continuare a scontare la pena lontano dalla Campania. Negli ultimi anni il nome di Salvatore Di Lauro è più volte balzato alla ribalta della cronaca napoletana.

Nei libri paga veniva indicato con la sigla “F6” e viene arrestato per la prima volta l’8 febbraio 2006, dopo di che scarcerato nel 2014 per fine pena. Il rampollo non riesce però a tenersi a lungo lontano dai guai e viene nuovamente arrestato il 6 giugno 2017, salvo essere scarcerato solamente quindici giorni dopo, il 21 giugno 2017. Infine verrà ammanettata ancora volta il 28 febbraio 2018 insieme ad altre 14 persone, tra cui un finanziere vicino all’alleato clan della Vanella Grassi, e lo scarcereranno nemmeno un mese dopo, il 23 marzo di quello stesso anno: determinante si era rivelata, in particolare, l’incertezza indiziaria in merito al suo soprannome. Dalle intercettazioni, infatti, emergeva il coinvolgimento negli affari del clan di tale “Terremoto”, nessun collaboratore di giustizia, almeno fino a quel momento, aveva però mai indicato Salvatore Di Lauro con quell’alias. La Procura non ha però mollato la presa e poco più di un anno dopo ecco che sulla testa del ras è piovuto un nuovo provvedimento cautelare. Di restare in cella, però, non se ne parla proprio.