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22 Marzo 2021 - 07:00
In carcere Giuseppe Righetto e Nicola Aulisio, rispettivamente di 36 e 23 anni. Sono accusati dei ferimenti di Rodolfo Cardone e Rosario Rolletta
NAPOLI. È un colpo importante sferrato ai protagonisti dell’ultima guerra di Ponticelli dalla Dda sulla base delle indagini dei carabinieri della compagnia Poggioreale, dei poliziotti della squadra mobile della questura e del commissariato Ponticelli: il fermo di Giuseppe Righetto e Nicola Aulisio, rispettivamente di 36 e 23 anni, ritenuti legati al clan Casella, alleato dei De Luca Bossa-Minichini e più ad ampio raggio ai Rinaldi di San Giovanni a Teduccio e ai CuccaroAprea di Barra.
Il più grande sarebbe responsabile da solo dell’agguato a Raffaele Cardone, il 7 ottobre 2020, e insieme al giovane complice della sparatoria contro Rosario Rolletta. Due episodi riconducibili secondo gli inquirenti (ferma restandola presunzione d’innocenza per gli indagati fino a eventuale condanna definitiva) alla guerra con i De Martino.
Righetto è accusato, in relazione al ferimento di Cardone, anche di aver utilizzato un’autovettura di provenienza furtiva.
La causa dei constasti sarebbe duplice: la gestione degli affari illeciti nel quartiere, in particolare i traffici di droga, e la suddivisione del danaro per il sostentamento delle famiglie degli affiliati detenuti.
Ma assestato un primo colpo (se il gip convaliderà il fermo disposto dalla procura antimafia) gli inquirenti cercano di risolvere gli altri casi collegati, così come la bomba scoppiata in via Crisconio.
Le ultime ostilità, nella ricostruzione degli investigatori, riguarderebbero i D’Amico e i Casella mentre, almeno l’altro giorno, non ci sarebbe il coinvolgimento dei De Martino. Ciò non toglie che questi ultimi siano ancora in contrasto con i ras di via Franciosa, come dimostra il lungo elenco di vittime da ottobre scorso: 1 morto e 4 feriti. Cosa stia succedendo a Ponticelli è chiaro a chi indaga, così come il motivo della spaccatura improvvisa nella camorra a ottobre scorso: la gestione dei traffici di droga in primo luogo, ma probabilmente anche le estorsioni in alcune zone del quartiere.
Ad attaccare per primo sarebbe stato il clan Casella, tornato forte con le scarcerazioni eccellenti dell’anno scorso, con l’agguato a Rodolfo Cardone a ottobre scorso. Poi c’è stata una violenta escalation culminata l’altra domenica notte nell’omicidio di Giulio Fiorentino e il grave ferimento di Vincenzo Di Costanzo in via Esopo.
Tra i due fatti di sangue se ne sono verificati altri 3, tra novembre 2020 e marzo 2021: Luigi Aulisio (legato ai Casella); Rosario Rolletta (allora De Micco-De Martino, attualmente collaboratore di giustizia); Giuseppe Righetto (Casella). Le vittime avevano frequentazioni, secondo le informazioni in possesso degli investigatori, con l’uno o con l’altro gruppo malavitoso.
Ma ora gli investigatori danno per certo il coinvolgimento nella guerra pure dei “Fraulella” (i D’Amico con base nel parco abitativo “Conocal”) e cercano di capire l’eventuale ruolo dei De Luca Bossa.
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