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Rider rapinato, c’è la svolta: la paranza di Secondigliano sotto accusa

Rider rapinato, c’è la svolta: la paranza di Secondigliano sotto accusa

NAPOLI. Se non è un colpo da kappaò poco ci manca. Sulla testa della gang responsabile della brutale rapina commessa ai danni del fattorino Gianni Lanciato precipita una nuova tegola. La paranza di Secondigliano e Scampia da ieri è infatti formalmente accusata anche di un ulteriore colpo: l’assalto costato lo scooter a un altro malcapitato che poche ore prima della vicenda che ha fatto il giro del Paese è stato derubato del proprio motorino, anche in quel caso un Honda “Sh”. Il raid, stando a quanto ricostruito dagli inquirenti della Procura minorile e ordinaria, è avvenuto intorno alla mezzanotte tra l’1 e il 2 gennaio scorsi. Ebbene, per questa seconda vicenda è stata appena emessa una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Già detenuti a Nisida e Airola per la rapina ai danni di Lanciato, il 16enne C.G., il 17enne L.M. e il 16enne V.B. da ieri si ritrovano dunque destinatari di un nuovo ordine di arresto. I tre babybanditi, stando alla ricostruzione della Procura per i Minorenni, sarebbero i responsabili, insieme ai maggiorenni Vincenzo Zimbetti e Michele Spinelli, dell’assalto avvenuto a Casoria. Una notte in pieno stile “Arancia Meccanica”, alla quale avrebbe preso parte anche un sesto giovanissimo al momento non ancora identificato. I detective della Squadra mobile, nonostante gli arresti già messi a segno, stanno comunque lavorando incessantemente al caso e non è da escludere che anche per l’ultimo fuggitivo il cerchio possa stringersi molto presto. Quanto ai destinatari dell’ultimo provvedimento cautelare, sono adesso attesi innanzi a rispettivi gip competenti per gli interrogatori di garanzia: resta da capire se anche stavolta arriverà una raffica di confessioni.

Quanto alla precedente vicenda, l’assalto ai danni del rider Lanciato, il giudice per le indagini preliminari, motivando la propria decisione, aveva sottolineato la sussistenza della crudeltà nelle azioni compiute dai quattro ragazzi per rapinare lo scooter al 50enne, rappresentata soprattutto quando uno dei ragazzi alla guida di uno dei due motocicli usati per inseguirlo, decide di investire le gambe della vittima malgrado fosse già a terra. Evidenziata dal giudice anche la completa noncuranza riguardo il particolare momento che l’umanità sta vivendo a causa della pandemia, rappresentata dalla circostanza che sia nei giorni precedenti la rapina, sia in quelli successivi, i quattro se ne andavano indisturbati in giro senza casco sullo scooter, a giocare a carte oppure mangiare un panino, malgrado l’Italia fosse in piena zona rossa.

I ragazzi, rispondendo alle domande del giudice, avevano ancora una volta confermato che la decisione di compiere la rapina era stata presa “collegialmente”: «Abbiamo deciso tutti in gruppo di an- dare a fare una tarantella», avevano ribadito in aula. Sul fronte investigativo, gli inquirenti hanno poi cercato di appurare se anche uno dei due scooter usati dal branco, risultato frutto di un altro colpo, fosse stato anch’esso derubato dagli stessi indagati. I riscontri a quell’inquietante interrogativo non si sono purtroppo fatti attendere. Almeno cinque dei componenti della gang, ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, erano infatti già entrati in azione a Casoria.
 

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