NAPOLI. Il super pentito Gennaro Carra, ex uomo di punta del “sistema” del rione Traiano, non convince e davanti al Riesame si consuma l’ennesimo terremoto giudiziario. Il tribunale delle Libertà, accogliendo le argomentazioni difensive dell’avvocato Leopoldo Perone, ieri mattina ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare che a inizio mese aveva raggiunto il giovane ras Salvatore Petrone, alias “’o nano piccirill”, figlio del boss Francesco “’o nano ’e straccetta”, e lo zio Ciro Puccinelli, altra figura al vertice del clan. Per i due indagati è dunque stata disposta l’immediata scarcerazione. Petrone junior è dunque tornato ai domiciliari, Puccinelli resta invece detenuto dopo la condanna in appello di pochi mesi fa.

Determinante al fine di dimostrare l’insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza si sarebbero dimostrate alcune gravi imprecisioni emerse dalle deposizioni del pentito Carra, ex boss del clan Cutolo della “44”, in merito agli aspetti inerenti l’attuale esistenza dell’associazione mafiosa Petrone-Puccinelli. 

Per conoscere i dettagli del provvedimento di annullamento occorrerà adesso attendere il deposito delle motivazioni, ma di certo c’è i colpi di scena non sono finiti qui. Pochi giorni fa, infatti, già il gip aveva revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari per il boss Francesco Petrone: il ras ormai da alcuni mesi si trova infatti a dover fare i conti con un quadro clinico a dir poco drammatico in seguito a un ictus cerebrale avuto durante la sua ultima permanenza a Poggioreale. “’O nano” torna dunque a piede libero per potersi curare in maniera adeguata.

Tornando invece al fronte investigativo, si erano rivelate  ancora una volta determinanti le informazioni fornite dal pentito Gennaro Carra, ex numero due del clan Cutolo della “44” di via Catone.

Proprio l’ex ras, oltre a descrivere l’attuale ponte di comando della mala di Soccavo, ha rac-contato dell’inedito scontro al ver-tice del clan Puccinelli. Un con-trasto interno che ha visto prota-gonisti il boss Francesco Petrone e il figlio Salvatore, con quest’ultimo uscito vittorioso. 

«Con il clan Puccinelli - ha riferito Carra il 6 agosto 2019 - siamo alleati, ogni tanto ci sono però dei piccolo contrasti. Il clan Cutolo controlla la parte bassa del rione Traiano, i Puccinelli la parte alta. Con i Puccinelli facevamo riunioni una o due volte alla settimana. In realtà mi sono reso conto che a comandare il clan Puccinelli è Salvatore Petrone, detto “’o nano piccirill”, più carismatico del padre Francesco. Anzi, in un’occasione a cui sono stato presente, il figlio puntò la pistola in faccia al padre dicendogli “sei un drogato, non comandi niente”».

Nel blitz del 3 dicembre scorso finirono così in manette, oltre ai due Petrone e a Puccinelli, anche Ciro Puccinelli e gli scissionisti Salvatore Basile e Giuseppe Lazzaro. Le accuse lanciate dal pentito Carra anche in quest’occasione non hanno però fatto molta strada. Le sue “incertezze” avevano infatti già innescato altri clamorosi annullamenti a proposito delle indagini sull’omicidio di Rodolfo Zinco.