"Quello che io ho detto è facilmente leggibile nell'intervista stessa. Il titolo non l'ho fatto io, l'ha fatto il giornalista che in maniera molto pretestuosa e strumentale ha interpretato in maniera totalmente erronea le mie parole. Scusarmi? No, perché non ho mai detto che i disabili devono andare in classi separate, per cui non vedo perché mi debba scusare per qualcosa che non ho detto e che non penso". Lo ha detto Roberto Vannacci, rispondendo alle domande dei giornalisti prima della presentazione del suo libro a Napoli.

"Non mi sono mai definito antifascista, non credo che sia utile, non è richiesto da nessuna norma, da nessuna legge". Lo dice a Napoli, dove sta presentando il suo libro, "Il mondo al contrario", il generale Roberto Vannacci, candidato della Lega alle elezioni europee. "Il fascismo è finito 100 anni fa - il ragionamento di Vannacci con i giornalisti -, non si è anti qualcosa che non esiste. Il giuramento che prestano sia i politici che i militari non richiede di dichiararsi antifascisti, questa è una dichiarazione pretestuosa che serve ad alcune persone per assegnare una certificazione di qualità di cittadini di serie A o di serie B. Così come nessuno richiede di dichiararsi antinapoleonico perché l'età napoleonica è finita 200 anni fa. Ritengo strumentale che si chieda a qualcuno di dichiararsi antifascista, è un periodo storico concluso e terminato".

"Non capisco perché non vengono in sala in pace, io sono per il confronto civile, li ascolterei e mi confronterei con loro. E comunque no, non temo per la mia incolumità e non mi sento accerchiato" ha detto Vannacci sulla manifestazione inscenata dai centri sociali al suo arrivo. "Ringrazio i contestatori, li invito a venire in questa sala a manifestare le loro idee, non mi sono mai sottratto al confronto. Ma questo invito che faccio non ha mai successo. Non mi sento accerchiato ma mi preoccupa il contesto che si è venuto a creare". "Le opinioni - aggiunge Vannacci - si combattono sul piano delle idee. E mi colpisce vedere che bisogna far ricorso a uno spiegamento di forze dell'ordine fuori dal comune per le mie iniziative: non è da un Paese civile come l'Italia. Io sono navigato - la considerazione del generale - ma da quando ho pubblicato il libro sta succedendo di tutto. I proprietari dei locali che ospitano le mie iniziative vengono minacciati e le mie frasi spesso manipolate".

"Il contributo nell'Europa sarà fondamentalmente di 3-4-5 argomenti principali che sono la sovranità nazionale, di patria, di confini di sicurezza e soprattutto la iscrizione di quello che sarà il Green Deal che costerà un'enormità alle tasche degli italiani senza conseguire alcun obiettivo da un punto di vista ecologico".

Ai giornalisti che gli chiedevano se si ritenesse un "personaggio divisivo" viste le "frequenti contestazioni", Vannacci ha risposto: "Fa parte della censura fisica e morale che vige in questo Paese. Questa è la democrazia degli antifascisti…". Il generale ha poi aggiunto: "capita che nella democrazia nella quale viviamo, i locali che ospitano le mie presentazioni vengano addirittura minacciati. È successo a Verona, dove il proprietario ha dovuto desistere, è successo a Mantova, dove hanno rinunciato, ma la presentazione verrà spostata in un altro locale. Anche questa tecnica di cercare di censurare, di attribuire frasi che non sono quelle vere, si sta rivelando un'attività totalmente controversa e che suscita risultati opposti a quelli che si propone". Vannacci ha quindi voluto, ironicamente, "ringraziare i contestatori: danno ulteriore lustro e importanza a questo evento. Invito queste persone a venire in questa sala e a rappresentarci i loro pensieri, le loro critiche, le loro idee. E ringrazio le forze dell'ordine, che sono sempre presenti".