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05 Novembre 2019 - 17:22
NAPOLI. Cresce l'attesa dei lettori per la pubblicazione di "La vita bugiarda degli adulti" di Elena Ferrante in libreria da giovedì 7 novembre per i tipi delle Edizioni E/O. E per festeggiare il conto alla rovescia per l'uscita del nuovo romanzo della misteriosa scrittrice, nella notte del 6 novembre, lettori, librai, scrittori, attori e appassionati si daranno appuntamento per aspettare assieme la mezzanotte in una grande festa dei lettori che si svolgerà a Roma, Milano, Torino e Napoli. Qui la libreria Feltrinelli di Piazza dei Martiri ha organizzato una serata speciale dedicata al romanzo. Dalle 21.30 fino a mezzanotte si condividerà l'attesa con letture in anteprima di brani tratti dall'ultimo romanzo affidate all'attrice Rosaria De Cicco. Nella serata anche la proiezione del docu-film Ferrante Fever realizzato a partire dalle interviste di testimoni autorevoli, dalla traduttrice della Ferrante ai colleghi scrittori come Roberto Saviano, Francesca Marciano, Elizabeth Strout e Jonathan Franzen.
Ecco l'incipit di “La vita bugiarda degli adulti": «Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell'appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capri. Tutto - gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole - è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione. Ho amato molto mio padre, era un uomo sempre gentile. Aveva modi fini del tutto coerenti con un corpo esile al punto che gli abiti sembravano di una misura in più, cosa che ai miei occhi gli dava un'aria di inimitabile eleganza. Il suo viso era di lineamenti delicati e niente - gli occhi profondi dalle lunghe ciglia, il naso di un'ingegneria impeccabile, le labbra rigonfie - ne guastava l'armonia. Mi si rivolgeva in ogni occasione con un piglio allegro, qualunque fosse il suo umore o il mio, e non si chiudeva nello studio - studiava sempre - se non mi strappava almeno un sorriso. Gli davano gioia soprattutto i miei capelli, ma mi è difficile dire, adesso, quando cominciò a lodarmeli, forse già quando avevo due o tre anni».
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