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Gli Scavi di Ercolano in mostra agli Uffizi

Gli Scavi di Ercolano in mostra agli Uffizi

Esposto per la prima volta, dopo essere stato scoperto, il lacunare del controsoffitto della Casa del rilievo di Telefo

Resterà visibile fino all’8 marzo nella mostra al primo piano della Galleria degli Uffizi il rarissimo lacunare ligneo di età romana, scoperto di recente ad Ercolano e mai esposto al pubblico, preservato sotto il compatto strato di fango dell’eruzione del 79 d.C.
Il reperto, appartenente ad uno straordinario complesso di oggetti in legno pertinenti alla copertura di una grande sala triclinare della Casa del Rilievo di Telefo, è una delle opere attorno alla quale ruota il progetto espositivo nato come reazione alla sventura del crollo del soffitto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami a Roma. “Quel giorno – spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt - è andato in rovina un pezzo del nostro patrimonio artistico, che possiamo proteggere solo attraverso la conoscenza e l’attenzione costante. In questo modo si sviluppa una sensibilità per la tutela, e la mostra degli Uffizi vuole essere un tassello in questa distribuzione del sapere che diventa, alla fine, uno strumento potente nella difesa dei nostri tesori d’arte”.
La scoperta del tetto, che conserva l’unica capriata in legno che ci è arrivata dal mondo romano, e del controsoffitto del cosiddetto Salone dei Marmi, si deve agli interventi di sistemazione dell’antica spiaggia di Ercolano nell’ambito delle attività condotte dall’Herculaneum Conservation Project, un partenariato pubblico privato avviato nel 2001 dal Packard Humanities Institute in collaborazione con l’allora Soprintendenza archeologica, oggi Parco Archeologico di Ercolano. Questa collaborazione, giunta quasi al suo ventesimo anniversario, costituisce un unicum sullo scenario nazionale, ed ha permesso la scoperta, lo scavo, la documentazione e l’immediato consolidamento e conservazione dei preziosi manufatti lignei di una copertura crollata nel momento dell’eruzione del 79 A.D. L’insieme dei manufatti costituisce una precisa testimonianza dell’ostentazione dell’elevatissimo status sociale dei proprietari della casa, probabilmente la potente famiglia dei Nonii Balbi, di rango equestre, accreditata da rapporti diretti con la famiglia imperiale nella persona di Augusto. La sala era utilizzata come coenatio (sala da banchetto) e la decorazione del pavimento, delle pareti e del controsoffitto era basata sull’impiego di materiali rari e costosi, quali i marmi colorati provenienti da cave poste in tutto l’arco del Mediterraneo e in Africa, e sull’applicazione di competenze artigianali sofisticate e ricercate, come quelle impiegate nel pavimento in marmo realizzato con la tecnica dell’opus sectile, oppure dal tipo di assemblaggio scelto per il soffitto ligneo e dalle decorazioni intagliate e policrome dei tre piani di profondità che caratterizzano i lacunari, impreziositi al centro da lamine d’oro. “Posso affermare che il Parco di Ercolano ha allargato i propri confini, – dichiara il Direttore Sirano – ci troviamo in un periodo di grande fermento e sono davvero orgoglioso che il Parco sia protagonista dei diversi appuntamenti culturali che si svolgono in ambito nazionale e internazionale. Il progetto scientifico della mostra di Firenze ci è apparso un’ottima occasione per mostrare al grande pubblico attraverso il dialogo interdisciplinare, in una sede del massimo prestigio quale Gli Uffizi, cosa abbia significato il Ri-nascimento per i suoi contemporanei e cosa insegni oggi a noi nella prospettiva di lungo periodo. Dalla visione della mostra scaturisce spontanea l’impressione di quale incredibile livello artigianale sia stato attinto in Italia anche in età romana e in campi dell’arte solo apparentemente negletti a causa dell’assenza di testimonianze fisiche. Un’assenza che Ercolano, caso unico in tutto il mondo antico romano, colma con una larga messe di dati sia quantitativi sia qualitativi. Mi auguro che l’evidenza unica e in stupefacente stato di conservazione, qui presentata per la prima volta al pubblico al termine di lunghi e laboriosi restauri, sensibilizzi un numero sempre maggiore di cittadini verso l’importanza della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale in ogni epoca e su ogni orizzonte geografico”.
Con questa mostra la Galleria degli Uffizi, che custodisce il maggior numero di disegni di soffitti rinascimentali, inizia a scriverne la storia. Del ricco patrimonio di disegni degli Uffizi è stata operata un’attenta selezione integrata da fogli dal Louvre, dal Museo Nazionale di Stoccolma, dalla Biblioteca di Storia dell’Arte e di Archeologia, dal Museo di Roma, dagli Archivi di Stato di Roma e di Firenze. Oltre trenta opere, mai esposte prima d’ora tutte insieme, tra disegni tecnici, di ornato e di figura, dipinti e altri manufatti preziosi e poco conosciuti che raccontano lo splendore dei soffitti lignei nel Rinascimento e come, per la loro realizzazione, pittura e scultura fossero strettamente connesse all’architettura. “La collezione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi – precisa la curatrice Claudia Conforti, professore ordinario all’Università di Roma Tor Vergata - custodisce a Firenze copiose ed eccezionali testimonianze grafiche di questa arte, che coniuga tecnica e ornamento. È una delle ragioni che hanno suggerito come tema espositivo i soffitti a lacunari, un soggetto trascurato, se non ignorato, dagli studi. L’altra ragione che ci ha spinto è la voglia di stimolare i visitatori nell’alzare gli occhi al cielo quando entreranno a rivedere i monumenti fiorentini e romani. Infine, rivolgiamo un sentito invito alle istituzioni affinché possano dare vita ad un censimento di questi cieli che, intarsiati di pitture e sculture, consolidano i muri dell’edificio e l’animo di chi lo abita, attivando la memoria con la celebrazione, la narrazione e la consolazione: il corredo emotivo che dalla notte dei tempi le immagini apportano agli abitanti della terra”. 

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