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Autografi di Leopardi online sul sito della Biblioteca nazionale di Napoli

Autografi di Leopardi online sul sito della Biblioteca nazionale di Napoli

NAPOLI. Gli autografi dei più famosi “Canti" di Giacomo Leopardi sono visibili e fruibili on line sul sito internet della Biblioteca Nazionale di Napoli. Lo rende noto il direttore Francesco Mercurio alla vigilia della chiusura delle celebrazioni dei 200 anni di "L'infinito" del grande poeta, che avverrà con l'iniziativa congiunta della Rai e del ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo (con una conferenza stampa domani, giovedì 19 dicembre, alle ore 17,30, con il ministro Dario Franceschini, a Roma). La Biblioteca Nazionale di Napoli è luogo simbolo che custodisce gelosamente il prezioso autografo dell'"Infinito" (1819), che Leopardi tenne con sè fino alla morte apportandovi via via i suoi ripensamenti e correzioni. «La Biblioteca Nazionale di Napoli da tempo è impegnata, con il sostegno della Direzione generale Biblioteche e Istituti culturali, in un'intensa azione di valorizzazione dell'opera del poeta e di tutela della memoria attraverso una costante attività di ricerca e studio del patrimonio leopardiano - ricorda il direttore Francesco Mercurio - Le iniziative curate ed organizzate dalla Biblioteca napoletana e non solo per i 200 anni dell'Infinito continueranno nei prossimi mesi. Intento della Biblioteca è, infatti, avvicinare il pubblico al pensiero di Giacomo Leopardi in grado di fornire risposte attuali ai grandi temi della società contemporanea, valorizzando e rendendo fruibile al tempo stesso il patrimonio scientifico posseduto da questa biblioteca che in quest'ottica cura e coordina il progetto di digitalizzazione del vasto corpo di autografi leopardiani conservati a Napoli». 

L'AUTOGRAFO DEL 1819. L'autografo del 1819, conservato a Napoli, è vergato con penna a ductus fine e inchiostro scuro, ed è di fondamentale importanza letteraria e filologica, perchè permette di esaminare gli interventi correttori di Giacomo Leopardi e di ripercorrere la cronistoria delle scelte e dei ripensamenti del poeta recanatese. Ad eccezione del termine “Immensità" che comparirà al posto di “Infinità" soltanto nel 1831 nell'edizione fiorentina dei “Canti", pubblicati da Guglielmo Piatti, e poi definitivamente nell'edizione pubblicata a Napoli da Saverio Starita nel 1835, l'ultima curata da Leopardi prima della morte. La Biblioteca Nazionale di Napoli, erede e custode dell'eredità leopardiana, insieme alla prima stesura autografa della celebre lirica conserva nella sua quasi totalità il corpus delle opere letterarie, filosofiche e saggistiche leopardiane, lasciato da Giacomo all'amico Antonio Ranieri e pervenute nel 1907, dopo diverse dispute giudiziarie, alla biblioteca napoletana, divenendo patrimonio dello Stato italiano. 

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