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29 Gennaio 2020 - 13:30
Un’antologia di scritti di personalità di rilievo nel dibattito storico, filosofico, sociologico, urbanistico, economico, d’una Napoli che, negli anni a cavallo tra il precedente e l’attuale secolo, era partecipe d’una vitalità intellettuale della quale non molte tracce si rinvengono nel tempo presente. È il nuovo libro di Ermanno Corsi, un uomo che ha fatto la storia del giornalismo, 80 anni compiuti lo scorso agosto, che di sé ama dire di esser nato ai piedi delle Alpi Apuane e di essere rinato con il mare di Napoli. “60 di Giornalismo nelle prefazioni ai libri di Ermanno Corsi”(Compagnia dei trovatori), presentato all’Istituto di Cultura Meridionale di Napoli in occasione del confronto-dibattito celebrativo del manifesto del ’97 “Qualità della Stampa al Sud: Informazione = Cultura?”, offre molti autorevoli spunti per la rilettura di un arco di tempo limitato ma quanto mai denso di trasformazioni, attraversato dal Mezzogiorno e da Napoli che, si vuole, ne sia la capitale anche se da tempo non possiede i requisiti per ricoprirne il ruolo. Massimamente la capacità di governare e la presenza vigile e stimolante della borghesia, che, al contrario, vaga alla ricerca del tempo e della genialità perduta.
«Siamo qui per celebrare un grande uomo, un grande professionista, un amico… Ermanno Corsi al quale sono legato da un profondo rapporto di affetto, oltre che di stima e di rispetto, per la sua professionalità di altissimo spessore e per tanti momenti di intensa, viva e profonda amicizia. – introduce Gennaro Famiglietti, presidente dell’Istituto di Cultura Meridionale e Console onorario della Repubblica di Bulgaria – Onoriamo i suoi 80 (anni) di vita, e 60 (anni) di attività professionale, sei decenni in cui, grazie alla sua costante ed influente dedizione al giornalismo, ha contribuito alla diffusione della cultura e dell’informazione. Questa celebrazione vede coinvolti l’Istituto di Cultura Meridionale, nei suoi quasi 25 anni di attività, e la FENCO, Federazione Nazionale dei diplomatici e consoli esteri in Italia, di cui mi onoro essere il Coordinatore Nazionale e referente sul territorio, che vanta la partecipazione di numerosi colleghi Consoli, di cui molti oggi qui con noi». «La bandiera qui di fianco testimonia quanto sia fondamentale promuovere il binomio Cultura e Diplomazia, per migliorare sempre più il dialogo tra popoli, tra paesi e superare ogni frontiera nel segno della Pace e della Fratellanza. – continua Famiglietti – In tal senso il giornalismo, di cui oggi abbiamo i più alti esponenti, racchiude in sé i valori propri sia della Cultura che della diplomazia. Valori presenti in “60 di giornalismo nelle prefazioni ai libri di Ermanno Corsi” libro ove viene rappresentato un professionista gentiluomo, acuto e di profonda ed autentica cultura. Ed è questa l’occasione per riprendere il dibattito, tutt’ora vivo, intrapreso 23 anni fa sul ruolo dell’informazione e della stampa, con gran parte degli stessi protagonisti di allora. Oggi la qualità della stampa è come quella degli anni ‘90? Cosa è mutato nella comunicazione? In che modo l’affermazione del web ha inciso sulla qualità dell’informazione? Con la globalizzazione dell’informazione innanzitutto è cambiato il modo di comunicare, ma soprattutto è mutata la velocità e la quantità di dati provenienti dai media». «Tale evoluzione, che ha inevitabilmente interessato anche il Sud, non ha, tuttavia, arrestato la grande tradizione della nostra terra che tutt’oggi vede tantissimi giovani intraprendere l’ardua strada del giornalismo, con inchieste su tematiche calde rischiando spesso la propria vita e quella dei familiari. Elementi che sono sicuro quest’oggi potremo affrontare insieme come 23 anni fa. – prosegue – In conclusione sono sempre più convinto che la cultura, la diplomazia e la loro armonica bellezza possano e debbano salvare il mondo, ma soprattutto il nostro territorio, che necessita di un sicuro rilancio per una migliore qualità della vita e per un più diffuso benessere. Ermanno è la dimostrazione di come un giornalista di tal spessore possa essere espressione dei più alti valori della cultura, della diplomazia e della richiamata bellezza».
«A differenza dei diciannove precedenti, questo non è un libro scritto da Ermanno, ma nel quale è al centro della narrazione, attraverso valutazioni espresse nelle prefazioni che di volta in volta hanno accompagnato i libri che andavano in stampa» spiega Massimo Milone, direttore Rai Vaticano e moderatore dell’evento. Si incrociano così testi del presidente emerito della Corte costituzionale Francesco Paolo Casavola, del segretario del glorioso Partito socialista Francesco De Martino, dello storico Giuseppe Galasso che dette il nome a un’importante legge di tutela del paesaggio, del filosofo Aldo Masullo e tante altre personalità di prestigio che firmano i vari interventi, organizzati per raggiungere il risultato di documentare, senza aggettivi, la complessa vicenda economica e politica della Napoli contemporanea. «Dall’osservatorio privilegiato della sede Rai di Napoli, dove è stato caporedattore e conduttore del telegiornale serale, Ermanno Corsi è un erede del pensiero meridionalista novecentesco, nel quale le critiche alle degenerazioni del sistema di vita e di relazioni in quel pezzo d’Italia si intrecciano alle ipotesi per costruire una prospettiva migliore» commenta Giuseppe Tesauro, Presidente Emerito della Corte Costituzionale.. «Ho sempre detto che la classe dirigente meridionale non è stata mai in grado di dare risposte soddisfacenti ai problemi del territorio, dell’ambiente e dell’economia. – conclude Corsi – Perché non è riuscita a portare Napoli nello Stato e lo Stato a Napoli, afflitta infatti da una sofferta modernità, dal familismo amorale, dall’individualismo esasperato, dal rifiuto di un riformismo realizzato in pieno e il poco senso del bene comune. Le sue patologie sono ormai storicizzate e strutturali. Quanto costa questo immobilismo? È importante far nascere una cultura che abbia il senso della comunità».
Folto e partecipe il pubblico, fra cui si segnala la presenza di numerosi esponenti del mondo delle istituzioni e della società civile, fra cui Luca Rotondi, Elisabetta Garzo, Amedeo Manzo, i Consoli Giuseppe Genevese, Mino Capasso, Eugenio Maria Patroni Griffi, Vincenzo Russo, Gerry Danesi, Francesco Napolitano, Pietro Sanguineti, Gianni Ambrosino, Giovanni Palomba, Angela Procaccini, Giulio Rolando, Mariella de Vivo, Vincenzo Semeraro, Marta Catuogno, Piero Antonio Toma, Salvo Iavarone, Giandomenico Esposito, Silveria Papaccio, Barbara Nicolais, Marco del Gaiso,Anna Picardi, Giuliana Gargiulo, Valentina de Giovanni, Donatella Carnevale, Stefania Brancaccio, Annamaria Colao, Gino Giaculli, Luigi Nicolais, Francesco Paola Casavola.
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